
19 novembre 1938, viene pubblicato sulla "gazzetta ufficiale" il decreto legge n. 1728 intitolato "provvedimenti per la difesa della razza italiana". dopo pochi giorni ernesto nathan rogers, ebreo, giovane architetto razionalista e membro dello studio bbpr, comincia a scrivere "lettere di ernesto a ernesto" e vicevena, che portera` a termine nel marzo del 1939. il manoscritto, tornato finalmente alla luce, viene presentato in tutta la sua drammatica realta`. una sequenza di brevi, intense lettere che l`autore rivolge a se stesso instaurando un doloroso dialogo interiore in cui indagare la nuova condizione di anonimo tra la folla. gli scritti di rogers, che inizialmente erano una naturale reazione al trauma subito, diventano con il passare del tempo una lucida riflessione sulla condizione dell`individuo nella societa` moderna. insieme essi testimoniano di un cambiamento nella percezione di se` nel mondo che risultera` fondamentale per capire il ruolo che ernesto rogers acquisira` nel dopoguerra italiano e internazionale.


in questa testimonianza, come gia` il titolo lascia intravedere, il biografato vi campeggia nei panni del piu` complesso tra tutti i personaggi nello stesso joseph roth. non di rado e` un roth insolente e ingrato, geniale e un po` impostore, ora aggressivo ora vulnerabile, infantile e lucidissimo nei suoi giudizi sull`epoca, i contemporanei e la letteratura. vediamo evocate l`infanzia e l`adolescenza di roth, i suoi amori e le frequentazioni femminili, le discussioni al caffe` con stefan zweig, kesten, musil, l`apprendistato da alcolista, l`idiosincrasia per psichiatri e psicologi, gli anni parigini dissoluti e distruttivi, l`irrompere del delirio e delle sconnessioni mentali.

gli itinerari biografici dei rinnegati, di coloro cioe` che varcarono volontariamente la frontiera che a partire dal medioevo ha diviso la cristianita` dall`islam, sulla base degli atti dei processi istituiti presso i tribunali dell`inquisizione al loro rientro nell`area cattolica (ma c`era anche chi non rientrava affatto...). il libro ci racconta vite spesso da romanzo, ricostruisce le modalita` delle conversioni, cogliendo le implicazioni e le valenze culturali del fenomeno. tra le altre la nascita dell`individualismo moderno, con la sua indifferenza al credo religioso e alla comunita` di appartenenza originaria.

secondo una tesi condivisa da molti psicologi, ma assolutamente rivoluzionaria in dermatologia, la pelle e` lo specchio del nostro mondo interno; le malattie della pelle piu` resistenti alle cure mediche sono quelle che spesso si risolvono con il mutare della situazione emotiva del paziente. dopo aver affermato l`opportunita` e la necessita`, per il dermatologo, di non dimenticare di essere anzitutto un medico, e di accostarsi al malato tenendo conto di tutti gli aspetti, fisici e psichici, della persona, l`autore riassume alcune nozioni della psicoanalisi utili per mettere in evidenza la natura psicosomatica dei disturbi qui trattati.

tutti i genitori desiderano che il bambino che sta per nascere sia sano, felice, indipendente, pieno di curiosita` verso la vita, capace di amare e di corrispondere all`affetto di chi gli e` vicino, e che diventi capace di affrontare con sicurezza le situazioni difficili. questo desiderio e` una potente motivazione che permette loro di considerare il bambino, fin dalla nascita, come una persona, e di fornirgli l`ambiente piu` favorevole per il suo sviluppo, evitando di proiettare su di lui le loro ansie e i loro traumi infantili non risolti. nei reparti di maternita` le procedure sono passate, negli ultimi decenni, da una grande rigidita` a una sempre maggiore vicinanza dei genitori con il bambino al momento del parto e prima del ritorno a casa.







tommaso analizza nel suo capolavoro (di cui qui si riportano le pagine dedicate al nostro tema) il complesso rapporto tra passioni e amore, puntando sull`unita` della vita della persona, con un indagine che e` di grande interesse anche oggi in cui il disorientamento e la disumanizzazione derivano in gran parte da una scissione esiziale tra la dimensione razionale e quella corporeo-passionale. che cose la passione? come si sviluppa il suo dinamismo nella vita umana? il rapporto tra ragione e passioni e` destinato a essere conflittuale, oppure e` possibile arrivare a un governo razionale non repressivo, che consenta all`una e alle altre di concorrere alla vita buona dell`uomo, alla sua piena realizzazione? l`ampio saggio introduttivo, le note, gli apparati e, in primo luogo, la traduzione, forniscono gli strumenti per comprendere (anche da parte dei non addetti ai lavori) la ricchezza del testo dell`aquinate, tenendo presenti i problemi della modernita` e del nostro tempo. tra le passioni emerge l amore che fonda l`unita` della vita personale, in quanto radice di tutte le affezioni del cuore, che puo` governarle nella tensione al bene - e in primo luogo al bene sommo - secondo l`ordine razionale dell`amore (ardo amoris). saggio introduttivo, traduzione, note e apparati di umberto galeazzi.


nel 1966, in procinto di lasciare la svizzera per manchester, sebald mette in valigia i libri di tre scrittori destinati a segnare per sempre la rotta dei suoi incessanti viaggi letterari. per questo, piu` di trent`anni dopo, sente di dover rendere a gottfried keller, johann peter hebel e robert walser un personale tributo, assecondando ancora una volta "quello strano disturbo del comportamento che costringe a trasformare tutti i sentimenti in parole scritte e che, pur mirando alla vita, riesce sempre con sorprendente precisione a mancare il centro". in realta`, nel seguire in queste "note marginali d`una certa ampiezza" le tracce dei suoi autori prediletti - cui negli anni si sono aggiunti rousseau e morike -, sebald indaga le derive compulsive della scrittura, che finiscono per rendere chi ne e` colpito il piu` inguaribile tra i "malati di pensiero". ne riconosciamo gli effetti sul filosofo francese il quale, pur ravvisando "nell`uomo pensante un animale degenerato", arriva a prendere appunti persino sulle carte da gioco; su walser, che conduce una silenziosa battaglia contro la folle grandiosita` del suo tempo e compone in una grafia sempre piu` minuta, ai limiti del visibile, i leggendari "microgrammi"; e cosi` su keller, hebel, mo`rike, la cui arte assomiglia al tentativo di esorcizzare, quasi fosse una maledizione, "il nero garbuglio che minaccia di prendere il sopravvento".

fotografo eclettico e surrealista della prima ora, jacques-andre` boiffard (1902-1961) e` una figura inafferrabile e affascinante, rimasta sinora nella penombra nonostante il ruolo significativo svolto nella storia delle avanguardie. solo dal 2011, grazie alla collezione che christian bouqueret ha donato al centre pompidou, e` possibile avere una visione d`insieme della sua opera di cui questo volume si propone di tracciare le tappe fondamentali. dall`apprendistato presso l`atelier di man ray alle enigmatiche fotografie di parigi scattate per "nadja" di andre` breton, dalle perturbanti immagini realizzate per "documents" sotto la guida di georges bataille alle collaborazioni con man ray, jacques pre`vert e lou tchimoukow, questo libro, che esce in concomitanza con la prima mostra fotografica interamente dedicata a boiffard dal centre pompidou di parigi, e` il primo a fornire, oltre alla biografia, l`analisi di un percorso artistico che si pone come la "storia di un occhio" in grado di interpretare visivamente la complessa esperienza surrealista.

due testi. una lettera al padre, giuseppe antonio borgese, del 30 agosto 1945 fra le macerie della guerra e della rinascita, e il racconto di un viaggio da ponte in valtellina a roma, nel luglio del 1943, perche` convocato dalla commissione centrale dei danni di guerra per ricevere un rimborso "milionario". come scrive claudio magris nella sua prefazione, "le poche pagine di questo `milione` sono uno straordinario viaggio in italia in uno dei suoi momenti piu` tragici, piu` indecorosi e piu` eroici. borgese attraversa il suo paese con l`occhio critico della moralita` offesa ma anche con l`umanissima bonarieta` di chi sa sorridere della pasticciona commedia della vita". il "pezzo forte" di questo libro e` tuttavia la lettera al padre "... una delle grandi `lettere al padre` del secolo scorso... e toccante, e` commovente - pur nell`asciuttezza del tono - sentire come leonardo abbia bisogno che il padre lontano (meritorio maestro non investito direttamente dalla tragedia, nella sua esistenza in america) conosca quello che egli ha fatto, l`animo con cui egli ha affrontato e superato le difficolta`, la dirittura e il coraggio che lo hanno sorretto, e che hanno sorretto la sua famiglia, in quegli anni cosi` difficili. ha bisogno che il grande padre lo stimi e conosca il dramma della sua esistenza e anche la dignita` di quest`ultima."




in questo saggio atipico, le architetture della mezquita-catedral di cordoba, del ryoanji di kyoto, del potala di lhasa, della moschea di djenne`, del padiglione tedesco a barcellona, del megisti lavra di monte athos, delle torres de la ciudad sate`lite di citta` del messico, del campidoglio di chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. e insieme ai relativi apparati figurativi - pittura, scultura, design e grafica - si confrontano nei diversi contesti urbani e naturali, nei diversi sistemi culturali di riferimento. qui sono riconosciute come




una donna in dialogo perpetuo con se` stessa e con il mondo disegna una mappa delle sue ossessioni, del suo rapporto con l`amore e con il corpo, serbatoio di ipocondrie e nevrosi: il nuovo romanzo di daniela ranieri e` un diario lucido e iperrealistico, in cui ogni dettaglio, ogni sussulto di vita interiore e` trattato allo stesso tempo come dato scientifico e ferita dell`anima. dalla pandemia di covid-19 alla vita quotidiana di roma, tutto viene fatto oggetto di narrazione ironica e burrascosa, ma in special modo le relazioni d`amore: le tante sfaccettature di eros - l`incontro, il flirt, il piacere, le convivenze sbagliate, la violenza, l`idealizzazione, la dipendenza, l`amore puro - vengono sviscerate nello stile impareggiabile dell`autrice, un misto di strazio, risentimento, ironia impastati con la grande letteratura europea (e non solo). e forse e` proprio la lingua di daniela ranieri il vero protagonista di questo "stradario aggiornato di tutti i miei baci", una lingua ricchissima di echi gaddiani, di irritazioni a` la thomas bernhard, di citazioni, e allo stesso tempo inquietantemente diretta e inaudita, una lingua la cui capacita` di nominare e avvicinare le cose e` pari soltanto alla sua potenza nel distruggerle. lo stradario di daniela ranieri non e` solo un romanzo: ha la sostanza di un corpo vivente che abita nel mondo, di una voce che avvince e persuade con la forza della grande letteratura.