
l`area che, partendo dalle porte di trieste, si estende lino a quelle di salonicco rimane per molti, nella sua struttura storica e umana, una zona grigia, priva di una precisa fisionomia, simile a quelle terre inesplorate che gli antichi cartografi si limitavano a descrivere con uno sbrigativo "hic sunt leones". in realta`, quella fascia` di territorio e` da un millennio e mezzo teatro di un drammatico scontro di popoli, civilta` e religioni. vi si insediarono, a partire dal vi-vii secolo, a seguito delle grandi migrazioni abbattutesi sull`impero romano, popolazioni slave da cui deriveranno tre grandi etnie: serbi, croati e sloveni. caratterizzati da consistenza demografica, storia, tradizioni, lingua e alfabeto diversi, croati e sloveni da una parte, serbi dall`altra sono stati divisi per secoli da due grandi formazioni imperiali, quella asburgica e quella ottomana, che hanno deciso del destino dell`europa e del mediterraneo. a ciascuna delle tre nazioni e` dedicato un capitolo in cui le rispettive vicende -dalle origini ai giorni nostri - s`intrecciano con quelle di altri gruppi (bosniaci, montenegrini, abitanti del kosovo e della macedonia).

"allegro occidentale" e` la storia di mister piccolo, uno scrittore giornalista al quale hanno proposto di vedere il mondo (o quanto meno una buona parte di questo) insieme ad altri otto colleghi. e mister piccolo comincia questo lungo viaggio a occhi sbarrati scoprendo subito, da quando mette piede per la prima volta nella business class dell`aereo diretto in sri lanka, che il privilegio sara`, per tutto il tempo della sua odissea, l`unico vero luogo che fa la differenza, quello che uniforma tutti i luoghi, che azzera le distanze geografiche e amplifica quelle sociali, che crea paradisi e li distrugge.


"il ciclo di romanzi in antico francese che gli specialisti conoscono con il titolo `lancelot-graal`, o ciclo della vulgata, non e` mai stato tradotto integralmente in italiano in epoca moderna, nonostante sia una delle opere piu` grandiose del medioevo europeo, e abbia esercitato uno straordinario influsso sull`immaginario narrativo della cultura occidentale. di autore ignoto, forse piu` autori al lavoro insieme, composta nei primi decenni del xiii secolo in una localita` imprecisata della francia del nord, non incardinata ne` sui miti del mondo greco-romano ne` sul confronto tra il mondo cristiano e il mondo islamico, la vulgata non sembra possedere i connotati che definiscono un classico secondo i parametri correnti, e di fatto non e` stata ancora pienamente riconosciuta come tale. non e` tra le opere entrate nei canoni della modernita` letteraria, non e` tradotta in molte lingue, anche in francia e` entrata nella collana della ple`iade solo pochi anni fa. eppure e` in questa successione di romanzi che per la prima volta trova una struttura compiuta, e riesce quindi a porsi come nuova fonte mitologica, un mondo narrativo la cui potenza e` rimasta memorabile fino a oggi. non solo il bacio dell`amore tra lancillotto e ginevra, o il regno di artu` e le magie di merlino, ma il potere di escalibur, la spada nella roccia, l`equilibrio utopico della tavola rotonda, l`idea dell`avventura come condizione del cavaliere errante, le foreste e i draghi, le damigelle e i giganti, la gratuita` e la follia dell`amore e dell`amicizia, e infine l`intreccio di questo mondo con le tragedie della guerra e soprattutto con il mito del graal, che a partire dal nostro ciclo diventa il riferimento originario - in quanto strumento eucaristico dell`ultima cena - della storia cristiana, e insieme il segno escatologico del suo compimento. l`efficacia di questo nuovo sistema articolato di racconti fantastici si e` manifestata, oltre che nel successo del ciclo in quanto tale, anche e anzi sopra