

il libro si apre su una "scena della vita di provincia", grottesca e quasi allucinata, finche` "dal fondo dell`oscurita`" il protagonista si sente guardato da "due occhi neri, dilatati e selvaggi", che lo gettano nello stupore e nel terrore. "una ragazza ad ogni modo" osserva subito dopo. cosi` ci appare guru`, la fanciulla-capra, che presto condurra` il giovane giovancarlo e il lettore fra i "lunari orrori" di creature diafane, fantomatiche, e fin nelle viscere della terra, nel regno arcano delle madri. con "la pietra lunare", suo primo romanzo (1939), landolfi presentava gia` tutti i registri fondamentali di un`opera che rimane, come scrisse zanzotto, "uno dei punti di riferimento piu` radiosi del nostro novecento letterario".



sin da quando era ragazzo dino si era messo in testa di imparare a giocare a biliardo. voleva lezioni da cirillo, il piu` bravo ed esperto del circolo, carpirne il segreto, la magica misteriosa alchimia con cui riusciva a carezzare quelle sfere lucide e colorate. ma cirillo non voleva saperne, almeno sino a quando dino non fosse riuscito a far tornare la palla esattamente al punto di partenza, ne` un millimetro piu`, ne` un millimetro meno, e non una sola volta - il caso avrebbe potuto aiutarlo - ma proprio tutte le volte. gli ci vogliono tre anni; ma alla fine dino ottiene che cirillo diventi il suo maestro, anche se a quel punto, posseggono entrambi la magia del biliardo. gioco fatto di lunghi silenzi, di riflessioni e ragionamenti, metafora della vita: le geometrie perfette che si disegnano sul tavolo verde rimettono le cose in riga, cosi` come il lavoro di dino, pavimentatore di strade. incastrare i ciottoli nella terra, cacciarli a martellate nella rena, uno dopo l`altro, milioni di ciottoli. anche loro, cosi` ben allineati, corrispondono all`ordine che regna nella vita di dino, fatta di piccole felicita`: la moglie sofia, i viaggi che fanno ogni sera, restando seduti in soggiorno, i pochi amici. poi giani, il funzionario del comune, gli annunzia che "arriva l`asfalto": dino e la sua squadra dovranno dimenticare il mosaico dei ciottoli. e accadono altre cose, che avvisano dino che il suo idillio di vita era cosa troppo fragile.

"l`adolescente giurla` e` un mandriano di capre. proviene dalla costa. e un ottimo nuotatore, e ha rischiato di diventare un altro cola pesce. ha sfiorato pure il pericolo della deportazione nelle terre calve: poteva diventare un caruso, un nuovo (pirandelliano) cia`ula negli antri infernali e nelle tenebre di una zolfara. come guardiano di armenti, sugli altopiani, poteva toccargli in sorte il destino di solitudine di jeli il pastore. giurla` approda invece in una prateria. si immerge e galleggia nell`erba, o nelle acque sciapide di un lago, ora. sente l`allarme dei sensi. e cerca calore nel pelliccione di una capra, tra una musata e una sgroppata. la capra, beba, e` solitaria: ostinata e fedele; oltre che di permalosa gelosia. sa battere gli zoccoli, al momento opportuno, e imporsi, dopo i lagni di un belare querulo e dolente. beba e` ferina e misteriosamente umana. sa amare e farsi amare. giurla` e` un amante che non sopporta la distanza; e neppure l`attesa. la favola della capra-donna e` di nuda tenerezza; assai diversa dalla cronaca della continuata violenza, che "arma`li" piu` grossi dei becchi consumano intanto su una innocente "pupa" fatta di carne. beba e` diversamente innocente, pur nella sua selvaggia rustichezza". (salvatore silvano nigro)

il volume e` il catalogo della mostra tenutasi alla real aca`demia de bellas artes de san fernando (madrid 12 maggio - 30 giugno 2003).





la califfa e` una bellissima ragazza di origine popolare che diventa l`amante di annibale doberdo`: l`industriale piu` potente della citta`, una sorta di mastro-don gesualdo, autorevole e spregiudicato. memorabile ritratto di donna libera, sana di fondo e, a suo modo, innocente. la califfa e` un`amante senza servilita` nella cui schiettezza amorosa l`industriale ritrova, in un punto nevralgico della sua esistenza, una voglia nuova di vita e la sua stessa liberta`. contro questa relazione si armano tutti i potenti della sua corte, ma sara` solo la morte improvvisa di doberdo` a stroncarla. e la califfa tornera` nel suo quartiere d`origine, sola, ma con la coscienza di aver contribuito a trasformare, oltre che l`anima e l`intimita` di un uomo, l`aspetto sociale di una citta`. "romanzo centrale" negli anni sessanta, per la limpida riuscita letteraria e perche` testimonia, attraverso alcuni grandi protagonisti, splendori e miserie di quel miracolo economico italiano che avrebbe ispirato la migliore narrativa e il miglior cinema dell`epoca. la notorieta` del romanzo e` stata amplificata dal film girato dallo stesso alberto bevilacqua e interpretato da una indimenticabile romy schneider insieme a ugo tognazzi.





il giubileo del novecento sembrava aprire un futuro difficile per il cattolicesimo. infatti l`eta` contemporanea e` per la chiesa una vicenda di emarginazione progressiva in una societa` che si secolarizza, fino a rendere legittima la domanda: il cattolicesimo sta per morire? gli avvenimenti del secolo hanno dimostrato il contrario. ad andare in tilt e scomparire sono stati in realta` il comunismo nell`est e la fede nel progresso laico in occidente. nonostante la propria intransigenza, o forse proprio per essa, la chiesa cattolica si e` adattata ad una situazione di crisi fino a sopravvivere, affermare la sua forza e, con l`89, a vincere nell`est europeo.


servili, bugiardi, fragili, opportunisti: il mondo continua a osservarci stupito e a chiedersi donde provengano negli italiani tante riprovevoli inclinazioni, tanta superficialita` etica e tanta mancanza di senso di responsabilita`. colpa delle stelle? del clima? della natura beffarda che ci avrebbe fatti cosi` per puro capriccio? in questo suo nuovo libro, sciolto e affabulatorio nella forma quanto ruvido e penetrante nella sostanza, ermanno rea ci guida alla ricerca delle origini stesse della "malattia", del suo primo zampillare all`ombra di quel sant`uffizio che nel cuore del secolo xvi trasformo` il cittadino consapevole appena abbozzato dall`umanesimo in suddito perennemente consenziente nei confronti di santa romana chiesa. dopo oltre quattro secoli, la "fabbrica dell`obbedienza" continua a produrre la sua merce pregiata: consenso illimitato verso ogni forma di potere. l`italiano si confessa per poter continuare a peccare; si fa complice anche quando finge di non esserlo; coltiva catastrofismo e smemorante cinismo con eguale determinazione. dall`ottocento unitario al fascismo, dal dopoguerra democristiano alla stessa dinamica del compromesso storico, fino alla maestosa festa mediatica del berlusconismo, "mario rossi" ha indossato la stessa maschera del girella ossequioso. saggio, pamphlet, invettiva, manifesto: un libro di straordinaria lucidita` e saggezza, una riflessione che diventa sbrigliata ricognizione storica, atto di accusa, istigazione al pensiero.



si racconta che quando ascolto` il famoso appello di john fitzgerald kennedy alla radio nel 1961 - "non chiedete che cosa il vostro paese puo` fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese" - patricia highsmith si alzo`, ando` in cucina, e diede da mangiare ai suoi gatti. per la regina del thriller, i gatti non sono stati solo compagni di vita, ma irresistibili tentazioni letterarie: i testi raccolti in questo volume illuminano con le tinte del giallo animali apparentemente innocenti, in realta` diabolici eredi dei felini che hanno imperversato a piu` riprese nella storia della letteratura, sulla scia di poe, colette, bulgakov e molti altri. "i gatti hanno sempre un che di malizioso dietro le loro espressioni composte" scrive patricia highsmith, e inseguendo quello sguardo misterioso ci regala un`indagine sorprendente sul rapporto che gli uomini hanno con i loro amici piu` infedeli.








nel corso di centocinquant`anni l`irlanda ha conosciuto la piu` devastante carestia dei tempi moderni, e` divenuta l`economia industriale d`europa in piu` rapida crescita, e` passata dalla sussistenza alla globalizzazione avanzata. insulare ma cosmopolita, monarchica e repubblicana, culla del moderno terrorismo eppure modello di democrazia parlamentare, con la sua cultura popolare, la sua musica e la sua antica lingua, l`irlanda per gli italiani e` ancora poco conosciuta. questo libro offre un`introduzione aggiornata e critica ai temi e problemi che hanno segnato lo sviluppo di questa nazione nell`epoca contemporanea.




"fenoglio con questi racconti conferma il suo universo narrativo di langhe e resistenza, ma soprattutto narra di uomini e donne che dietro la scorza della loro miseria e del loro carattere covano un male di vivere e un ribollire di sentimenti che non riescono a dire" (marco balzano). "nella valle di san benedetto", "l`addio, il gorgo", "l`esattore", "il paese", "il signor podesta`", "l`affare dell`anima". ecco alcuni titoli dei racconti riuniti in questo volume secondo la data di composizione: quelli non compresi in raccolte d`autore, pubblicati in rivista dallo stesso fenoglio o editi dopo la sua scomparsa. oltre alle storie partigiane, sette in tutto, il cui nucleo tematico fu inaugurato dai "ventitre giorni della citta` di alba", la parte piu` cospicua del volume e` costituita dai racconti "langhigiani", che tra vari progetti occuparono fenoglio prima e dopo "il partigiano johnny". dietro a essi sta l`enorme lavoro dello scrittore piemontese, dai primi anni cinquanta fino ai suoi ultimi giorni: i personaggi e le vicende raccontati riportano a un paesaggio esistenziale che, attingendo a una memoria parentale o collettiva, rivela stralci di vita di una provincia per sempre perduta. con le schede ai singoli racconti e la cronologia della vita e delle opere.