il problema dell`interpretazione delle scritture - innanzitutto di quelle sacre, ma, in fondo, di ogni scrittura - coincide con la storia stessa della cultura occidentale. non deve stupire, allora, che un`inchiesta archeologica, come quella qui proposta, sul problema dell`interpretazione da origene ad auerbach, dal talmud a benjamin, possa riservare delle sorprese. l`esegesi medievale dei quattro sensi della scrittura non si muove, infatti, secondo la rappresentazione corrente, fra quattro significati sostanzialmente omogenei, la cui interpretazione potrebbe continuare all`infinito; essa implica alla fine un vertiginoso salto verticale che culmina al di la` della scrittura. il senso anagogico o spirituale non e` un altro senso letterale o storico - e`, piuttosto, la comprensione perfetta o l`adempimento del senso letterale, in cui l`innalzamento del significato storico coincide con la fine dei tempi e con l`avvento del regno. che cosa significa, infatti, adempiere il senso e la figura contenuti nella scrittura, se non portare a compimento il linguaggio stesso e la storia degli uomini? ma che cos`e` un linguaggio adempiuto? qui il problema dell`interpretazione delle scritture si rivela inseparabile dall`etica e dalla politica. non soltanto la lettera della tradizione, che ci trasmette materialmente i testi delle scritture, e` sempre guasta e corrotta e non puo` mai condurci all`originale, ma e` possibile guardare alla vita stessa come una scrittura di cui i fatti e gli eventi nei quali sembra risolversi costituiscono il senso letterale, ma il cui vero senso appare soltanto a chi sa percepirli come figure di un senso spirituale che occorre ogni volta decifrare. la distinzione fra senso letterale e senso spirituale, fra figura e adempimento non si applica soltanto alla scrittura, ma anche alla vita. e` possibile, cioe`, guardare alla vita come una scrittura di cui i fatti e gli eventi nei quali essa sembra risolversi costituiscono il senso letterale, ma il cui vero sen