l`afa di agosto puo` essere insopportabile, soprattutto se associata a una vischiosa routine. non stupisce allora che maigret affronti quasi con sollievo il caso del "morto senza nome" - cioe` il clochard che qualcuno ha freddato con tre colpi di pistola al petto in un edificio abbandonato nei pressi delle halles, fra cumuli di oggetti inutili e inverosimili raccattati nei cassonetti. il problema, appunto, e` che l`uomo non ha documenti addosso, e che per di piu` non sembra un vero barbone: i lunghi capelli argentei, cosi` come i baffi e la barbetta alla richelieu, rivelano le cure sapienti di un barbiere, e le mani sono impeccabili. lo si direbbe piuttosto un vecchio, nobile attore che reciti la parte di un barbone. non solo: il marchese - cosi` veniva chiamato nel quartiere - non si degnava di rivolgere la parola a nessuno, e neppure beveva. davvero strano. il commissario detesta non capire, e questa volta veramente non capisce. il che lo rende nervoso e intrattabile. ma l`irritazione si trasformera` in ansia non appena scoprira` che il marchese, vent`anni prima, era un restauratore di mobili antichi con bottega in rue lepic, e che aveva una moglie e una figlia. che cosa puo` spingere un bell`uomo in gamba, stimato e amato, a sparire nel nulla due giorni prima di natale senza lasciare neppure un biglietto di addio? che cosa puo` provocare un cosi` radicale passage de la ligne? chiunque sia l`assassino non ha fatto i conti con maigret, e con il suo ossessivo accanimento...