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"so che conoscete la duchessa di duras" disse un giorno goethe a von humboldt. "siete un uomo fortunato! eppure, ella mi ha fatto tanto male: alla mia eta`, non bisognerebbe lasciarsi commuovere a tal punto... esprimetele tutta la mia ammirazione". pur essendo senz`altro uno dei piu` prestigiosi, goethe non era pero` sicuramente l`unico ammiratore di m.me de duras: tra i suoi estimatori vi furono chateaubriand, hugo, sainte-beuve (che vedeva in lei una "sorella" di m.me de stael). pubblicato nel 1824, "ourika" divenne infatti in brevissimo tempo quello che oggi si definirebbe un libro di culto, tant`e` che nei magasins de mode andavano a ruba nastri, camicette, cappelli e gioielli "a` l`ourika". ancora oggi, a quasi due secoli di distanza, questo breve, intensissimo romanzo conserva tutto il suo fascino sottile - e la vicenda della piccola schiava nera, portata in dono dal governatore del senegal al maresciallo di beauvau e destinata a soccombere a un destino che non potra` essere che tragico per aver "infranto l`ordine della natura", per aver concepito "una passione delittuosa", "un amore colpevole" (e forse soprattutto per aver desiderato una impossibile "fusione dei cuori"), ancora ci commuove. "da un lato" scrive john fowles "ourika affonda le radici nel seicento francese, in racine, la rochefoucauld e mme de la fayette, mentre dall`altro si protende fino al tempo di sartre e camus. e la cartella clinica di un outsider, dell`eterno e`tranger nella societa` umana".

mille libri di avventure ci hanno narrato del giovane eroe che arditamente parte, forte soltanto della propria fede in un alto destino, alla conquista di terre e mari impervi e lontani. ma immaginiamo che l`eroe sia un qualunque ragazzo freudianamente turbato da vendicative insicurezze, guardiamolo trascinare verso un mare nero perche` interamente coperto di blatte un padre reso imbelle e una fanciulla sadicamente abbandonata a un fantasioso quanto riprovevole oltraggio, ed eccoci penetrati, attraverso il racconto che da` titolo al volume, nell`universo ironico e surreale, crudelissimo e blasfemo di cui landolfi regge con accanita destrezza le fila, sino alla descrizione dettagliata degli amori fra un minuscolo verme e l`eroina lucrezia.

il libro racconta la vicenda del gruppo dei barbus - un manipolo di giovani pittori `davidiani` e `ribelli` - consumatasi tutta fra il 1794 e il 1802, tra le pieghe di accadimenti che hanno contribuito in modo determinante al mutare della cultura europea: la rivoluzione dell``89, il terrore, il direttorio, il consolato e, insieme, il neoclassicismo, le istanze romantiche, i dettami della pittura di storia, l`ideale etico dell`arte, l`erudita e ad un tempo appassionata riflessione sulle variegate interpretazioni dell`antico. l`intera loro vicenda, segnata dall`opposizione alla cultura ufficiale e dalla ricerca di un nuovo linguaggio e di un nuovo fine dell`arte, e` ricostruita e assunta da levitine quale terreno privilegiato per analizzare fenomeni storici piu` profondi e quale filo conduttore per orientarsi nel `labirinto di tendenze del periodo`. nel contesto degli studi sull`arte di un periodo cosi` problematico, questo libro intende dunque offrire un contributo in virtu` sia del tema prescelto, sia del metodo di analisi adottato. levitine traccia la storia di una `setta` di artisti e pittori, `primitivisti` e bohe`miens ante litteram: ne racconta la vita, la formazione e le scelte come singoli e come gruppo; pone a confronto le loro idee con altre teorie e con quelle di altre correnti artistiche contemporanee per decifrare il ruolo del movimento nello sviluppo della pittura francese del primo ottocento, con particolare riguardo all`orientamento primitivista. strumento di indagine fondamentale e` l`analisi delle fonti, assunte in maniera capillare e sottile a tal punto che levitine sembra volerci mostrare la vicenda dei barbus attraverso gli occhi e la `mentalita` artistica` dei contemporanei: prende in considerazione trattati, testi di estetica, biografie, opere letterarie, diari, lettere, memorie e note d`archivio, oltre naturalmente alla testimonianza offerta dalle opere d`arte. accanto a questo corpus consueto, fa riferimento anche a documentazioni per cosi` d

tra i massimi esponenti del gruppo `63, antonio porta (milano 1935-roma 1989) e` una delle voci piu` alte della poesia italiana d`oggi. "non sono un poeta-ciotolo / come beckett / non interrogo i cieli di carta / pesta del teatro / vi concesso che non so / interpretare le costellazioni / ne` stare li` a guardarle dal buco / del cortile a meraviglia / ma uso quelle delle parole a / mosaico compongo e / ricompongono / per parlarla insieme questa / lingua questi linguaggi / solleviamola la lingua a / vedere che c`e` sotto / parliamola la parola svelata / con le radici senza pudore / (questo biglietto vi consegno a / futura memoria). antonio porta da "l`aria della fine".

fra il 1932 e il 1935 alberto savinio venne invitato da una rivista di diritto, "i rostri" a raccontare e a illustrare dieci processi che oggi per la prima volta vengono presentati in volume. la scelta di savinio cadde su socrate, giovanna d`arco, tomaso campanella, gesu` cristo, frine, il giudizio di paride, galileo galilei, anassagora, luigi xvi, landru. si tratta, nella quasi totalita` dei casi di errori giudiziari, ma se e` vero che costoro sono stati condannati ingiustamente e` poi cosi` accertata l`iniquita` di queste condanne? ognuno dei grandi accusati, prima di diventare vittima della giustizia umana e` stato vittima di una sua particolare forma di misticismo. e la giustizia, si chiede savinio, non e` essa stessa una forma di misticismo?

il testo presenta una monografia di bob dylan fornendo notizie essenziali sulla sua vita, le sue opere discografiche e la sua eredita` artistica.

il volume si presenta come una ricerca su un aspetto poco noto dei rapporti tra italia e germania nel periodo immediatamente precedente la seconda guerra mondiale e nel corso di essa. si tratta della emigrazione puramente economica, anche se inquadrata dalle istituzioni fasciste, di centinaia di migliaia di italiani che andarono a lavorare in germania con vantaggiosi contratti collettivi a termine. durante la guerra, vennero a contatto con altri emigrati, deportati dalla francia occupata, nonche` con i prigionieri polacchi e russi dei lager, con i quali si trovarono fianco a fianco sul lavoro.

dalla ricostruzione della cosiddetta "conferenza di wannsee" del 20 gennaio 1942, dove viene sistematizzata la "soluzione finale", alla descrizione analitica della macchina genocida organizzata dal terzo reich con metodi prettamente "scientifici" e industriali che conclude il libro, le vicende del passaggio dall`antisemitismo come ideologia alla pratica dello sterminio vengono ricostruite in modo esauriente ed accessibile.

questo piccolo libro e` un illuminante, lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo zen. un professore tedesco di filosofia, eugen herrigel, vuole essere introdotto allo zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo zen da secoli si applica: il tiro con l`arco. comincia cosi` un emozionante tirocinio, nel corso del quale herrigel si trovera` felicemente costretto a capovolgere le sue idee, e soprattutto il suo modo di vivere. all`inizio con grande pena e sconcerto. dovra` infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i piu` grandi ostacoli: la volonta`, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. ma il tocco sapiente del maestro aiutera` herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare "vuoto" per accogliere, quasi senza accorgersene, l`unico gesto giusto, che fa centro quello di cui gli arcieri zen dicono: "un colpo, una vita". in un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e io si intrecciano in modo che non e` possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell`arciere e il bersaglio da colpire e` l`arciere stesso.

fino a due anni birger e` un bambino normale. all`improvviso tronca ogni contatto col mondo esterno. per quindici anni birger e i suoi genitori vivono questa tragedia, fino a che la madre sperimenta sul figlio un metodo americano detto facilitated communication, basato sull`impiego della macchina da scrivere. da tre anni birger scrive, ha ripreso a comunicare, e i messaggi che lancia dal video del suo computer aprono uno squarcio su quel mondo oscuro e inquietante. da queste pagine si capisce anche che in tutti questi anni di "buio" birger non solo capiva, ma leggeva e imparava avidamente.

cina, 1899-1900. il declinante impero sta bruciando gli ultimi, tenui fuochi di un passato glorioso. e mentre le potenze occidentali conquistano concessioni commerciali e porzioni di territorio sempre maggiori, nelle campagne, dove la penetrazione straniera e` assai meno capillare, i boxer si preparano alla vittoria estendendo la loro influenza sulla popolazione. a shishan la vita della comunita` inglese scorre ancora tranquilla quasi come un tempo, anche se si diffondono a macchia d`olio i sintomi di un crescente fermento sociale. una giovane di buona famigla giunta da poco in citta`, helen frances, vi scopre il turbine della passione con henry manners, un ufficiale inglese che le fa provare anche l`oppio.

si comincia con un viaggio per mare. c`e` una nave militare che risale la costa dall`albania a trieste, sulla nave uno scrittore che lungo quell`adriatico smagliante ripercorre la storia imperfetta e dilaniata di tutte le vite di frontiera. nascosta in cabina trova una capricciosa compagna di viaggio, eccitante come una fantasia. lui si e` imbarcato quasi per caso, recalcitrante "ambasciatore di cultura" nei paesi della costa orientale. lei scappa e ricompare, lo attira e lo intrappola. vuole una storia, vuole la sua. il tema dell`identita`, triestino quant`altri mai, e` il vero nucleo di questo libro. declinato in una storia avvincente - anzi due - si manifesta in tutta la sua complessita`. da dove veniamo, che lingua parliamo, cosa mostriamo di noi, come ci raccontiamo a noi stessi e agli altri. se alla fine quello che ci cattura e` un vertiginoso gioco di specchi, e` perche` lo scrittore e` un prestigiatore. nasconde le mani mentre seguiamo il volo della colomba. oppure mostra le mani per dire: guarda, questa e` la mia magia. non c`e` scrittore in italia oggi che piu` di mauro covacich abbia scelto questa seconda strada. seguire le tracce del suo percorso letterario significa davvero fare un viaggio dentro la finzione, per osservare la scrittura nel suo farsi e in filigrana la vita che scorre fuori e dentro i margini del foglio.

il tema del magico, del "meraviglioso" percorre quasi tutta l`opera di bevilacqua, incantando i lettori di tanti paesi. ma qui il tema si traduce in una storia che avvince - oltre che per una suggestione e una suspense che si mantengono dall`inizio alla fine - per un sapore di verita`: la vicenda, infatti, e` stata realmente vissuta in prima persona dall`autore, messo a contatto fin da bambino con la dimensione magica. centrale nel libro e` la figura di miriam, la giovane sensitiva che entra concretamente nella vita reale del protagonista in crisi e lo rigenera, oltre che con gli eccezionali poteri di cui e` dotata, con le suggestioni naturale della sua intensa femminilita`. miriam, infatti, e` dotata di una sensitivita` spinta all`estremo: puo` ottenere che i sensi altrui vengano incantati, ossia riportati alla voglia di vivere. il romanzo acquista la portata di un messaggio piu vasto che indica modi, finora insondati, con cui e` possibile essere risanati dal male degli affetti, mentre l`uomo puo` trovare dio per strade diverse da quelle logorate dalla multiforme corruzione dei tempi.

giovanni ha nove anni quando si accorge che gli amici di suo padre, alla pasticceria francese, possono ottenere tutto con uno schiocco delle dita. anche un televisore a colori, che nel 1977 e` pura magia. ma il prezzo da pagare e` molto alto. tanto alto che alcune persone muoiono. siamo a palermo, alla vigilia di una vera e propria guerra che culminera` molti anni dopo con la strage di capaci: negli occhi di giovanni, spaventati e curiosi, scorrono ogni giorno le immagini di un lungo telefilm troppo realistico. e se fonzie non sempre riesce a saltare dieci bidoni con la moto, gli elicotteri della polizia fanno piu` rumore fuori che dentro il televisore.

una fiaba nera e misteriosa che si svolge tutta in una notte, fino all`alba. l`incanto sospeso della fiaba si affianca alla capacita` del romanzo di andare fino al fondo dell`animo di due adolescenti di fronte alla morte della madre. che vorra` dire per loro la perdita di ogni sicurezza, compresa la casa dove trascorrono questa inquieta vigilia del loro destino, che e` la veglia funebre definitiva della fanciullezza. la notte e il bosco sono l`ambiente in cui i due fratelli affrontano le proprie paure, in un`atmosfera misteriosa in cui gli inserti della fiaba modulano su variazioni minime l`attesa e l`angoscia, ma anche le speranze per il futuro.

dagli svenimenti quotidiani all`anestesia, dalle macchine psichedeliche alla cocaina in vena, dalla meditazione orientale ai casi di isteria: un singolare percorso che attraversa la vita, il sogno, il cinema e la letteratura. tredici pezzi d`autore che indagano l`infinito universo delle mancanze, per capire cosa significa essere qui e ora.

il volume si divide in cinque sezioni: la prima, d`argomento autobiografico, evoca gli anni universitari di mila, le sue prime prove letterarie (sette poesie scritte in carcere), le esperienze di regina coeli e ventotene, la guerra partigiana. la seconda sezione contiene una testimonianza di mila polemista spregiudicato: sul cinema neorealista, sui rapporti fra gl e pci, sulle elezioni del 18 aprile 1948, sull`insegnamento della religione nella scuola di stato. la terza sezione contiene interventi d`argomento musicale. le ultime sezioni sono rispettivamente dedicate a mila giornalista e ai suoi maestri e compagni di strada, tra cui alcuni ritratti di augusto monti, nello rosselli, leone ginzburg, giaime pintor e primo levi.

nel centocinquantenario dell`unita` d`italia, bruno vespa ripercorre quasi due secoli di vita italiana - dai primi vagiti del risorgimento alle ultime convulsioni dello scontro tra berlusconi e fini - componendo un affresco in cui gli uomini e le donne che hanno fatto (e stanno facendo) il nostro paese escono dal pantheon della storia per raccontare le loro vicende politiche e private. rivivono cosi` le gesta e gli amori degli "eroi" dell`epopea risorgimentale: cavour, impegnato a tenere a bada i drammatici pasticci organizzativi di mazzini e lo spirito d`avventura di garibaldi; vittorio emanuele ii e la contessa di castiglione, con le loro imprese erotiche e patriottiche. e poi la geniale spregiudicatezza di giolitti, convinto monogamo, e le follie sessuali e politiche di d`annunzio; la tempestosa vita sentimentale di mussolini e la solitudine di gramsci. e ancora, il drammatico confronto tra de gasperi e togliatti, tanto diversi in politica come in amore, e l`italia del miracolo economico, in un mondo congelato dalla guerra fredda. moro, fanfani e andreotti, protagonisti democristiani della lunga stagione del centrosinistra e del "compromesso storico"; l`irriducibile antagonismo tra craxi e berlinguer, gli anni di tangentopoli e, infine, l`avvio traumatico della seconda repubblica e del lungo protagonismo di berlusconi nella vita politica italiana.

bruno savini vive da single in un paese della provincia emiliana, e` laureato in lettere e ha alle spalle velleita` artistiche presto fallite e abbandonate. si mantiene facendo l`autista di scuolabus e ha smesso di aspirare a qualcosa di meglio, perche` si porta dietro le cicatrici di troppe difficolta` e delusioni. i suoi amici piu` fedeli, ormai, sono i bambini che ogni giorno trasporta a scuola. attraverso le loro personalita`, i loro piccoli e grandi drammi, rivive le vicende della propria infanzia. vive immerso nei ricordi e nel passato, mentre una fitta nebbia avvolge sogni e speranze. il ricordo di serena, la ragazza che lo ha lasciato da un anno, lo domina fino a trasformarsi in ossessione. un`ossessione che diventa presto follia...

attribuita a un antonino liberale di cui non si ha alcuna notizia e allestita con ogni probabilita` tra il ii e il iii secolo, questa silloge di racconti di metamorfosi ci e` stata tramandata da un codice di heidelberg, il palatinus graecus 398. il ricchissimo commento di sonia macri` e tommaso braccini ricostruisce con sapienza tutta la complessa rete mitografica, folklorica e antropologica che le fa da sfondo. . nel mito greco era plausibile che uomini e donne potessero trasformarsi in animali, piante e rocce. era l`ultima propaggine del regno della metamorfosi. e l`ultimo cantore di quelle storie fu ovidio. prima di lui e accanto a lui era fiorita su quei temi una intera letteratura, che il tempo ha sommerso. ma almeno un prezioso relitto si e` salvato: queste metamorfosi di antonino liberale, che per alcune vicende sono una fonte unica e indispensabile e vanno poste accanto agli scritti di apollodoro e di igino come testimonianza di cio` che fu l`antica mitografia.

per l`autrice, non solo la ripartizione tra scienza e decisione politica va messa in discussione, ma c`e` il sospetto che tutti gli argomenti che invocano la scienza siano argomenti di potere, nocivi tanto alle scienze quanto alle esigenze di una democrazia che non si riduca all`arte di condurre un gregge.

la sapienza astrologica ha origini piu` antiche della stessa civilta` occidentale, e i nostri segni zodiacali sono per la maggior parte quelli ravvisati sulla volta del firmamento dai sacerdoti astronomi di babilonia. ricostruire la loro storia millenaria e` l`unica via per comprenderne il significato profondo. franz cumont riesce a condurre il lettore attraverso il fittissimo intreccio delle fonti originali con erudizione e finezza storiografica.

nel presentare la mostra-spettacolo su quel che fu il 1789 e sulle sue , guido ceronetti, insieme agli attori del teatro dei sensibili, decise di porre in epigrafe alla sua scelta di testi una frase di ce`line: . quelli che seguono non potranno essere quindi che , erratici e spesso contraddittori. eppure, se (come in certi giochi enigmistici) si uniscono i puntini di questo percorso, si scopre un disegno nascosto, che spalanca altri percorsi, indica altre vie, e invita a fermarsi e a riflettere su ciascuna di queste pagine. da holderlin () a blake (), da massignon (che vede la regina martire salire al patibolo ) al tao-te-ching (), passando per bataille, bloy, leopardi, calasso e molti altri, ritroviamo qui gli che hanno costantemente accompagnato il cammino del . e alla fine scopriremo, nella magnifica prosa del ceronetti traduttore e interprete, l`annuncio dell` in tredici profezie estratte dalle "centurie" di nostradamus.

izzy, un giovane sassofonista che non puo` piu` suonare il suo strumento a causa di una ferita d`arma da fuoco al petto, camminando una sera per le strade di manhattan scopre il cadavere di un uomo con una borsa al suo fianco. nella borsa un numero di telefono e una strana pietra che si illumina al buio. il numero di telefono, che izzzy si affretta a chiamare, e` quello di una ragazza, celia, aspirante attrice. per caso celia ha appena comprato un cd di izzy; nasce cosi` una storia d`amore. celia, dopo avere ottenuto la parte di lulu in un film, lascia new york per dublino. izzy sta per raggiungerla quando viene rapito da un certo dottor horn alla ricerca della pietra, che pero` e` rimasta nelle mani di celia...

un piccolo villaggio inglese. oscene lettere anonime. un misterioso assassino che minaccia di passare dagli animali agli esseri umani. un perfetto capro espiatorio, george, il diverso del villaggio perche` di origini indiane. sembra un caso per sherlock holmes. ma a occuparsene sara` arthur conan doyle e non il suo personaggio: perche` questa e` una storia vera. ai cittadini di great wyrley iniziano ad arrivare deliranti lettere anonime in cui gli insulti si mescolano ai vaneggiamenti religiosi, un maniaco sventra cavalli e bestiame annunciando il sacrificio di venti giovanette. serve un colpevole, serve in fretta, e george, un giovane e riservato avvocato, ha tutte le carte in regola per fare da capro espiatorio: e` timido, ha un disturbo agli occhi che rende bizzarro il suo aspetto, ma soprattutto e` indiano. george viene condannato ai lavori forzati ma accetta la pena con la dignita` e la modestia di chi vuole solo e confida nella legge con piu` fervore di tanti altri . quando la notizia del sopruso giunge alle orecchie di arthur conan doyle, il celebrato creatore di sherlock holmes decide di impegnarsi in prima persona per restituire a george l`onore che gli e` stato sottratto.

Sherbourne Press, 1975, USA. Un tour fotografico in bianconero del cinema erotico dai tempi del muto fino ai decisamente più permissivi anni 70. Raccoglie foto delle stelle del cinema e scene da film che hanno sollevato sopracciglia, scioccato alcuni e divertito altri, allontanando almeno temporaneamente le barriere del pudore.

Literary Services & Production, 1974, UK. Anche scrittore e cantante, Dirk Bogarde è un grande attore britannico interprete di diversi ruoli drammatici dal 1948 al 1990. Lavorò anche in Italia con Luchino Visconti e vinse due volte il Bafta Award come miglior attore inglese nel 1964 con il film il Servo e nel 1966 con Darling. Il libro ricostruisce la sua biografia attraverso i suoi film e i suoi ruoli spesso controversi, analizzando nel dettaglio ogni produzione e illustrandola con fermoimmagine delle pellicole. In inglese.

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