
dall`infanzia nei quartieri ghetto nazionalisti cattolici di belfast alle prime esperienze di lavoro nei pub del centro e delle zone protestanti: dall`impegno politico nel movimento per i diritti civili degli anni `60 alla rivolta del bogside a derry; dall`internamento nel campo di long kesh allo sciopero della fame di bobby sands e dei suoi compagni, sino alle prime, difficili, trattative con il governo di londra. questa storia di "un uomo normale in circostanze straordinarie" e` una utile lettura per chi voglia capire il conflitto che da decenni infuria nell`irlanda del nord tra l`esercito britannico e il movimento repubblicano irlandese.


per la quindicenne che e` l`io-narrante di questo testo, la madre charlotte e` il centro della famiglia, una madre amata che vigila su tutto e parla senza peli sulla lingua. ma anche charlotte passa sotto silenzio cio` che e` ormai palese: che le notizie dal fronte sono preoccupanti e i convogli di profughi provenienti da est attraversano la citta` a intervalli sempre piu` ravvicinati. fino a quel mattino di gennaio del 1945, quando all`improvviso in corridoio stanno pronti sacchi di biancheria imbottiti di roba, del quadro del fuhrer resta solo una macchia bianca sul muro e la madre ripone nell`armadio la sua volpe argentata con un gesto definitivo che sua figlia non dimentichera` piu`. in modo appassionante, toccante e con amorosa ironia christa wolf racconta i profondi grovigli di una famiglia, una quindicenne che diventa adulta, il trauma della fuga. scritto nel 1971, questo racconto inedito e` il preludio del successivo, ampio "trama d`infanzia", capolavoro autobiografico che ha avuto fino a oggi un`eco mondiale.




l`invasione russa della cecoslovacchia nel 1968 non ha solo conculcato i diritti umani, la democrazia, la giustizia: ha ridotto a "un foglio di carta in fiamme / dove scompare la poesia" - scriveva kundera nel 1980 citando l`amato nezval - una "grande cultura". una cultura unica, che la "capitale magica d`europa" ha forgiato lungo i secoli, e che ha conosciuto l`apogeo con kafka, hasek e janacek, artefici dei "tre pannelli del quadro dell`inferno futuro": "labirinto burocratico", "idiozia militare", "disperazione concentrazionaria". tracciare il ritratto di praga significava allora, per kundera, riportare alla luce un`atlantide inabissata, salvare una visione del mondo renitente a "identificarsi con la storia" e a "cogliere nei suoi spettacoli serieta` e senso". ma noi lettori non potremo fare a meno, oggi, di riconoscere in quel ritratto, attraversato da un fremito di commossa nostalgia, un autoritratto, che rivela, meglio di qualunque saggio critico, la genealogia segreta da cui scaturisce l`opera di kundera. dentro al suo laboratorio ci conduce anche ottantanove parole, un dizionario personale nato nel 1985 dall`esigenza, per lui che ancora scriveva in ceco ma pensava ormai a come ogni frase sarebbe suonata in francese, di chiarire al nuovo pubblico le "parole chiave", le "parole trabocchetto", le "parole d`amore" attorno alle quali erano costruiti i suoi romanzi - e tuttora essenziale per chi li ami e voglia conoscerli meglio.