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"nessuno puo` sfuggire a questa relazione. siamo tutti figli di qualcuno, nonostante ci sia chi a sua volta si rifiuta di essere padre. pertanto, il titolo di queste tre storie, riguarda ogni potenziale lettore. ogni racconto, per breve o lungo che sia, e` pieno di padri e figli o di figli e padri. ma credo, e da questo nasce il titolo generico del volume, che le storie che qui si raccontano si basino soprattutto sulle caratteristiche, normali o subnormali, che talvolta presentano le relazioni tra padri e figli. in "ne ho fatto un uomo", il padre padrone e patriarca cerca di guidare il destino del figlio; in "da tetti e terrazze" e` il figlio a proteggere il padre. la relazione madre-figlia in "cercasi sherazade" e` quasi comica". m.v. montalban.

architetto dei giardini, collaboratore di giornali e riviste d`opinione e specialistiche, vicepresidente per l`italia della international dendrology society, pejrone dedica questo libro all`amore, la disciplina, l`arte di badare a orti e giardini, all`arte di capire le piante. offre molti esempi del "ben fare" ma anche numerosi esempi del "mal fare", trasferendo nel testo anche una buona dose di polemica, fra politica, estetica e lavoro sul campo.

teodora vencejos e` una cenerentola, una brutta anatroccola e una bella addormentata latinoamericana. vive nel paesino colombiano di real de marque`s e, come in tutte le fiabe, ha una matrigna, donna ramonita cespedes de ucros. questa in punto di morte, affida a teodora, povera in canna e trattata come una sguattera di casa, la cura del figlio galaor, uno splendido e sciocco donnaiolo: dovra` tenergli lontano le donne che lo corteggiano e trovargli una buona moglie. in paese arriva pero` la giovane e ricca clavel quintanilla che conquista galaor con le sue arti eroiche e gli da` due figli, mentre teodora continua a servirlo. quando pero` si legge il testamento della matrigna e si scopre che tutto e` stato lasciato dal padre a teodora, le parti si invertono.

una donna, alta, imponente, sui quarant`anni, da qualche tempo continua a seguire emilio, un anziano negoziante di trieste gravemente ammalato. quando la donna finalmente si presenta, gli rivela di essere sua figlia naturale;, una verita` scioccante che precipita emilio in un turbine di sentimenti e di ricordi. ricordi che risalgono fino a un torbido periodo della sua vita, a una notte di tanti anni fa trascorsa con un`infermiera, in preda ai fumi dell`alcool. forse quella misteriosa visitatrice e` davvero il frutto di quella notte. e forse e` li` per riscattare la memoria della madre. il romanzo si svolge nell`arco di due notti, richiamando alla mente di un uomo malato tutti i fantasmi di gioventu`, la tristezza della carne.

una biografia a vignette. con un tratto delicato, quasi melanconico, paulesu reinventa un gramsci che ha i tratti di un bambino. capelli in disordine, occhiali, braccia lungo il corpo: sembra lo scolaro modello dei libri di lettura, sembra un personaggio che viene da lontano. "sono sardo, sono gobbo, sono pure comunista. dopo una lunga agonia in carcere, spirero`. nino mi chiamo." cosi` si presenta nella prima vignetta, e a quella seguono altre che di gramsci ripercorrono le idee, le riflessioni, le lotte, gli amori. fra gruppi omogenei di vignette l`autore inserisce sequenze di testo che raccontano la vita dell`uomo o citano passi importanti delle opere del politico e dell`intellettuale. ne esce un libro del tutto originale che ci guida, come all`interno di un ideale museo (non monumentale, non celebrativo), dentro la vita, il pensiero, e l`eredita` umana e politica di antonio gramsci.

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