






il 24 maggio 1915 l`italia entro` nella prima guerra mondiale, dopo mesi di dibattiti, scontri, emozioni. quel giorno chi la guerra l`aveva decisa si senti` sollevato. i vecchi alleati, ora nemici, accusarono l`italia di tradimento; i nuovi alleati sperarono di sfruttare l`apertura di un altro fronte. chi il conflitto l`aveva sognato festeggiava e correva ad arruolarsi; chi l`aveva osteggiato osservava in silenzio. le truppe passarono maldestramente il confine e iniziarono a combattere. ma quel 24 maggio c`era chi gia` combatteva un`altra guerra, in territori oltremare o sotto un`altra bandiera; chi veniva internato in quanto suddito nemico o sospetta spia e chi vedeva la propria citta` sottoposta al potere militare. c`era chi organizzava comitati civici, chi scioperava, o semplicemente si occupava dei fiori. fu un conflitto nuovo, moderno, totale.

da sempre gli uomini sognano di liberarsi dal flagello della guerra, anche se e` impossibile negare che, ai crocevia della storia, la strada del progresso umano sia spesso passata per i conflitti militari. la borghesia francese, ad esempio, dovette difendere le conquiste della sua rivoluzione dagli assalti della reazione europea in una serie di guerre rivoluzionarie. l`esercito rivoluzionario francese, sconfiggendo i prussiani a valmy, apri` una breccia decisiva nel muro eretto dalle vecchie classi feudali sulla strada della storia. i comunisti non sono pacifisti. essi valutano le guerre per il ruolo concreto che hanno svolto - o svolgono - nel lunghissimo e accidentato cammino che l`umanita` ha percorso, e che deve condurla fuori dalla originaria condizione animale di provenienza.