
questo testo, ritrovato postumo fra le carte di pavese, e` il romanzo incompiuto di un amore e di un segreto, scritto a quattro mani con un`amica (la stessa cui sono dedicati i "dialoghi con leuco`"). un gioco di specchi a due voci dove si rifrange una sola storia, una delle piu` forti e aspre narrate da pavese. silvia ritorna a maratea dopo lungo tempo, accompagnata da giovanni, con cui ha una relazione. ad attenderla, pero`, c`e un segreto di famiglia fino ad allora assai ben conservato. con un procedimento davvero originale per la nostra letteratura, cesare pavese e bianca garufi raccontano, a capitoli alterni, il punto di vista di giovanni e quello di silvia. i fatti sono i medesimi, le versioni divergono.


il vero titolo di questa raccolta avrebbe dovuto essere il suo sottotitolo, ovvero "scritti occasionali". solo la giusta preoccupazione dell`editore, che un titolo cosi` pomposamente modesto potesse non attirare l`attenzione del lettore, mentre quello del primo saggio presenta qualche motivo di curiosita`, ha fatto propendere per la scelta finale. la virtu` di uno scritto occasionale e` data dal fatto che di solito l`autore non pensava affatto di doversi occupare di un certo argomento ma vi e` stato spinto dall`invito a una serie di conversazioni o saggi a tema, che lo hanno indotto a riflettere su qualcosa che avrebbe altrimenti trascurato. ed ecco qui una serie di variazioni talora impegnate e talora divertite su temi come l`assoluto, il fuoco, il perche` piangiamo sulla sorte di anna karenina, le astronomie immaginarie, i tesori delle cattedrali, le isole perdute, victor hugo e i suoi eccessi, le veline, il meccanismo dell`agnizione nel romanzo d`appendice, la fortuna o sfortuna di joyce nell`epoca fascista eccetera. tuttavia, che il titolo dell`insieme sia stato desunto dal primo scritto non e` casuale, perche` alla costruzione del nemico l`autore si e` appena dedicato nel suo ultimo romanzo, "il cimitero di praga", ne` questo meccanismo perverso si e` ancora arrestato perche`, per tenere i popoli a freno, di nemici bisogna sempre inventarne, e dipingerli in modo che suscitino paura e ripugnanza.

questo volume rappresenta una delle pietre miliari del percorso filosofico di umberto eco e una delle pietre miliari della riflessione semiotica internazionale tout court. eco torna alla filosofia (ammesso che mai se ne sia distaccato), per confrontarsi soprattutto con l`ontologia e le scienze cognitive in materia di percezione, realismo, iconismo. confrontandosi con i nodi fondamentali della filosofia di ogni tempo, da aristotele a heidegger, eco discute i problemi dell`essere, della verita`, del falso, del riferimento, della realta`, dell`oggettivita` della conoscenza e della congettura. con straordinaria lucidita`, eco anticipa cosi`, nel 1997, temi destinati a diventare cruciali nel dibattito filosofico attuale - prima fra tutte la questione del realismo.
