
xenia e` la tata di miro`, la donna che tutto ha guardato e mai giudicato. nel suo narrare si affacciano isole di mandorle e viti, case che sanno di cucina, di spezie e di gelsomini, di esistenze interrotte. e tanti personaggi, come colette, la bisnonna di miro`, finita a occuparsi di un convento in un`isola dell`egeo, o come il nonno selim, grande giocatore di carte, che viveva ai piedi dell`acropoli in una casa piena di donne e tappeti. ma anche omar, finito tra i ballerini russi di un piccolo teatro parigino e morto forse senza sepoltura. il romanzo dello psichiatra e sociologo, docente di culture e linguaggi giovanili, racconta una storia che si dipana lungo tutto il novecento, passando da un lato all`altro del mediterraneo.

un bambino sogna a occhi aperti e immagina di far sparire l`intera famiglia, un po` per noia e un po` per dispetto, con un`immaginaria pomata svanilina; oppure sogna di poter togliere al gatto di casa la pelliccia, di farne uscire l`anima felina e di prenderne il posto, vivendone per qualche giorno la vita, soltanto in apparenza sonnacchiosa; oppure sogna che le bambole della sorella si animino e lo aggrediscano per scacciarlo dalla sua camera... fin dalle prime pagine di questo libro ritroviamo il consueto campionario di immagini perturbanti che sono un po` il "marchio di fabbrica" di mcewan. specialmente nella prima stagione della sua narrativa l`autore britannico ci aveva abituato a profondi e terribili scandagli nel microcosmo della famiglia, e in quei mondi chiusi e violenti i bambini e gli adolescenti giocavano sia il ruolo delle vittime e sia quello dei carnefici. ne "i`inventore di sogni" mcewan ritorna sul luogo del delitto, ma lo fa con un tono e uno spirito completamente diversi, scegliendo il registro sereno e sdrammatizzante per definizione: quello del "racconto per ragazzi".
