
la formula fe`ne`on secondo il suo inventore: una riga per l`ambiente, una per la cronaca piu` o meno nera, una per l`epilogo a sorpresa. leggere per credere.

negli anni sessanta la szymborska, incuriosita dal divario fra l`attenzione rapita che i recensori riservavano ai libri "nobili" (narrativa, saggistica storico-politica, classici), destinati tuttavia a restare in buona parte sugli scaffali delle librerie, e il vasto successo riscosso da manuali del fai da te, almanacchi, libri di divulgazione scientifica, decise che valeva la pena di dedicare a questi ultimi la sua attenzione. da allora il futuro nobel per la letteratura inizio` un lavoro di scavo controcorrente che uso` il libro come pretesto per divagazioni in punta di (caustica) penna.

"...parlero` soprattutto del romanticismo francese, da una parte perche` e` quello che conosco meglio, dall`altra perche` tutto sommato e` qui che, per ragioni storiche, la figura di satana assume il piu` gran numero di aspetti e significati, anche contraddittori...". il volumetto si compone di due interventi principali: `satana e il romanticismo`, di max milner e `l`arimane di leopardi. dio, il male e la morte`, di lucio felici.


l?imprevedibile avventura di un tranquillo impiegato di lisbona che, suonando un campanello piovuto dal nulla, provoca la morte di un mandarino cinese, ereditandone cosi le immense ricchezze. apparso a puntate nel 1880 sul 1diario de portugal", "il mandarino" e divenuto uno dei piu celebri racconti del narratore portoghese jose maria eca de queiroz. apparso dapprima a puntate sulla "gazeta de noticias" di rio de janeiro nel 1895, il racconto la buonanima ha diversi punti in comune con il piu celebre il mandarino. in entrambi, infatti, vivi e morti si trovano non solo a coesistere, ma anche a intrecciare i propri destini; e se nel mandarino si narra di un vivo che per salvarsi l?anima va alla ricerca di un morto da lui stesso ucciso, nella buonanima e il morto che, per quello stesso scopo salvifico, va alla ricerca di un vivo che possa nuovamente ucciderlo. e alla domanda se e vivo o morto, rispondera filosoficamente: "chi puo dire che cos?e la vita? chi puo dire che cos?e la morte?".

"l`azzurro del cielo" fu scritto da georges bataille nel 1935 ma non fu pubblicato perche` ritenuto dall`autore troppo limitatamente personale (usci` nel 1957 grazie al consiglio di alcuni amici dell`autore). il romanzo porta i "segni premonitori" di una tragedia storica imminente, rappresentando i mali che sarebbero dilagati con la guerra. predominano il colore nero del lutto dei paramenti funebri per la morte di dolfuss e il rosso delle bandiere con la svastica di hitler. ma e` da un tormento privato che la vicenda prende avvio, ispirandosi a incontenibili pulsioni scandite in "mostruose anomalie". londra, parigi, barcellona disegnano una topografia della perdizione, una cornice nella quale il protagonista troppman, attraverso sbronze, notti in bianco e strani riti, si avvicina a una nuova forma di purezza, alla comunione con la morte grazie allo scoperta illuminante del sordido.




cinque volumi in 16?, legati in mezza pelle, titoli e fregi in oro al dorso, sguardie, frontespizi, tavole, xli, 3115 pp., in numerazione continua, 302 pp., per il volume d`indici. simpatica edizione con la riproduzione della totalita delle tavole contenute nella famosa e rarissima "encyclopedie", preceduta da una doverosa prefazione contenente un propetto dell`opera, notizie su diderot e d`alembert, sull`evoluzione della tecnica nel xviii secolo, e sulla spiegazione delle tavole stesse. il quinto ed ultimo volume contiene un utilissimo indice. in perfette condizioni.









l`olocausto e` molto studiato, molto commemorato e molto raffigurato. ma ancora ci sono aspetti importanti della sua storia che sono stati trascurati. il volume ci permette di approfondire le nostre conoscenze sull`argomento, qui trattato in tutti i suoi aspetti e su scala globale. dan stone sottolinea come l`idea di

Gabriele Mazzotta Editore, 1974, IT. Partendo dall'analisi della scenografia cinematografica, il libro va oltre investendo temi e problemi più generali e complessi: della filosofia, della psicologia, della fenomenologia della scena e dei suoi materiali plastici, del loro modo di apparire e dileguarsi nei meandri oscuri e in piena luce, dello spazio architettonico e della cinepresa. E' un libro che vuole a tutti i costi essere utile.