Wishlist

i prodotti che vorresti acquistare

fin da adolescente virginia woolf aveva sofferto di ricorrenti attacchi di una malattia nervosa che la costringeva a lunghi periodi di inattivita` e di profonda depressione. ma nonostante cio` la sua morte sorprese tutti, a cominciare da suo marito leonard e sua sorella vanessa, i piu` vicini parenti. il suicidio di virginia ha fatto a lungo discutere critici letterari e biografi. sembrava che il successo letterario e la costante presenza di amici molto cari avessero scongiurato la tendenza suicida che si era gia` manifestata nella scrittrice. ma fu proprio il suo coraggio e la sua lucidita` di fronte ai sintomi che preludevano a un ennesimo e forse definitivo piombare nella malattia che la spinsero a scegliere la morte. grazie a questa raccolta di piu` di duecento lettere di scrittori, amici, letterati e conoscenti - tra cui d.h. lawrence, t.s. eliot, vita sackville-west, mary sarton e e.m. forster inviate in questa occasione a leonard woolf e alla sorella vanessa bell possiamo sentire il polso di coloro che conobbero e amarono un personaggio tanto geniale quanto umano come virginia woolf. da ogni lettera traspare un aspetto particolare, un inedito dettaglio, un omaggio affettuoso e l`impronta di un ricordo indelebile.

"nessuno puo` sfuggire a questa relazione. siamo tutti figli di qualcuno, nonostante ci sia chi a sua volta si rifiuta di essere padre. pertanto, il titolo di queste tre storie, riguarda ogni potenziale lettore. ogni racconto, per breve o lungo che sia, e` pieno di padri e figli o di figli e padri. ma credo, e da questo nasce il titolo generico del volume, che le storie che qui si raccontano si basino soprattutto sulle caratteristiche, normali o subnormali, che talvolta presentano le relazioni tra padri e figli. in "ne ho fatto un uomo", il padre padrone e patriarca cerca di guidare il destino del figlio; in "da tetti e terrazze" e` il figlio a proteggere il padre. la relazione madre-figlia in "cercasi sherazade" e` quasi comica". m.v. montalban.

dato alle stampe alle soglie dei grandi mutamenti del 1989, "fiasco" e` imbevuto di uno dei piu` grandi timori dell`uomo dell`est europeo: il fallimento della liberta`, che si presenta, dall`altra parte del muro, come il fallimento della ricerca della felicita`. un fallimento, un fiasco, in cui si riconosce anche lo scrittore. imre kerte`sz, nato a budapest nel 1929, deportato ad auschwitz e liberato a buchenwald nel 1945, ha vinto il premio nobel per la letteratura nel 2002. kerte`sz impiego` circa dieci anni a scriere "essere senza destino" (pubblicato in ungheria nel 1975 e ignorato fino alla fine degli anni ottanta), il primo capitolo dell`ideale trilogia che prosegue con "fiasco" (1988) e "kaddish per un bambino non nato" (1989).

Questo sito utilizza solo cookies tecnici e cookies analitics propri e di terzi. Per ulteriori informazioni vedi la nostra informativa. Chiudi