

la fama di koje`ve resta affidata alle sue lezioni parigine degli anni trenta sulla fenomenologia dello spirito di hegel. da allora, abbandono` ogni attivita` filosofica pubblica per diventare un alto funzionario dello stato francese. ma continuo` a lavorare a una sorta di "aggiornamento" di quel sistema che riteneva ancora valido per la comprensione della realta`: il sistema hegeliano. ha dato vita a un`opera monumentale, rimasta incompiuta e a lungo inedita intesa come un`esposizione completa ed enciclopedica della saggezza hegeliana. questo volume presenta l`introduzione al sistema, nella quale e` sviluppata una riflessione sulla filosofia stessa, definita come quel discorso che puo` parlare di tutto, a condizione di parlare anche del fatto che ne sta parlando.


marie-dominique chenu (1895-1985) e` stato un esponente di prestigio dell`ordine domenicano. alla meta` degli anni `30 le tesi in cui egli elabora la propria critica radicale a una teologia incapace di accettare fino in fondo il dato della storia e di leggere i segni dei tempi, verranno condannate da roma e messe all`indice. nel corso del vaticano ii a chenu si guarda con sospetto e timore; cio` nonostante la sua partecipazione a diversi momenti chiave del concilio e` intensa e proficua. tenuto durante i lavori conciliari, questo diario costituisce dunque un osservatorio privilegiato.

siamo a teatro: il vincitore di un premio letterario ci mostra le spalle e grida "grazie, grazie!" verso la platea che ha di fronte. le luci si spengono, il sipario si chiude e il protagonista si volge verso di noi. cerca le parole per ringraziare, ma il problema e`: chi, come e perche` ringraziare? l`autore premiato "per l`insieme della sua opera", punta alla sincerita`: diventa puntiglioso, politicamente scorretto e piu` va a fondo nella questione piu` il "grazie" s`ingigantisce e finisce con il toccare temi morali che vanno ben oltre l`occasione. a chi tocca questo ringraziamento? un omaggio di pennac ai suoi lettori, ma a questo bell`inchino simbolico l`autore arriva disegnando una figura nevrotica, contorta, esilarante di uomo confuso. un uomo al bivio.


"tutto e` bene quel che finisce bene" e` l`avventura tormentata della bella elena, accolta nella ricca dimora dei conti di rossiglione dopo la morte del padre, uno stimato medico e fedele servitore della prestigiosa casata. ispirandosi liberamente alla nona novella della terza giornata del decameron di boccaccio, shakespeare racconta le intricate peripezie d`amore della giovane elena per bertram, il figlio ed erede del conte, che pero` non intende nemmeno prendere in considerazione l`eventualita` di una relazione con una donna di rango inferiore.






il "ritratto dell`artista da giovane" e` la storia di una mente creativa: un`educazione intellettuale, insomma, piuttosto che sentimentale. attingendo ampiamente alla propria biografia, joyce racconta, in uno stile mirabile per inventiva e fantasia, la formazione della personalita` del giovane protagonista stephen dedalus, il suo alter ego, dall`infanzia nel collegio gesuita alla scoperta della vocazione per l`arte. sembra proprio che parli joyce per bocca di dedalus, quando dice: "tentero` di esprimere me stesso in qualche modo di vita o di arte, quanto piu` potro` liberamente e integralmente, adoperando per difendermi le sole armi che mi concedo di usare: il silenzio, l`esilio e l`astuzia". (introduzione di mario praz)


durante un soggiorno a monte carlo insieme alla signora cui fa da dama di compagnia, una giovane donna, appena ventenne, conosce il ricco e affascinante vedovo maxim de winter. l`uomo inizia a corteggiarla e, dopo due sole settimane, le chiede di sposarlo; lei, innamoratissima, accetta con entusiasmo e lo segue nella sua grande tenuta di famiglia a manderlay. sembra l`inizio di una storia da favola, ma i sogni e le aspettative della giovane si scontrano subito con la fredda accoglienza della servitu`, in particolare della sinistra governante. eppure non si tratta solo di questo: c`e` qualcosa, in quel luogo, che giorno dopo giorno rende l`ambiente sempre piu` opprimente; c`e` una presenza che pervade ogni stanza della magione e che si stringe attorno ai passi dell`attuale inquilina come una morsa silenziosa. e rebecca, la defunta signora de winter, piu` viva che mai nella memoria di tutti quelli che l`hanno conosciuta e modello inarrivabile per la giovane, che invece si muove impacciata e confusa nella sua nuova esistenza altolocata e mondana. un fantasma ingombrante che si trasformera` in una vera e propria ossessione per la protagonista, costretta a immergersi nelle ombre del proprio matrimonio e spinta sempre piu` ai confini della follia, fino a dubitare della propria stessa identita`. fonte di ispirazione dell`omonimo film di alfred hitchcock con laurence olivier e joan fontaine, "rebecca la prima moglie" e` l`opera piu` famosa e amata di daphne du maurier: un thriller psicologico ricco di suspense e mistero, colpi di scena e ribaltamenti inaspettati, passioni e segreti. un romanzo sulla gelosia e sulla memoria, che conduce il lettore tra le pieghe dell`animo umano, la` dove si nascondono gli spettri nati dal dolore piu` atroce e dalle paure piu` inconfessabili.