
orazio li chiamava i "veloci giambi", questi versi dettati dall`irruenza e dalla follia della giovinezza; e senza dubbio si riflette in essi l`aggressivita` programmatica della poesia giambica che aveva il suo ispiratore e il suo modello nel poeta greco archiloco. ma i temi e i registri stilistici di orazio sono i piu` variati: accanto all`invettiva contro i personaggi tipici, come l`usuraio e l`arricchito, contro maghe e matrone invecchiate nel corpo ma non nei desideri, c`e` il tema dell`amore e del convito, c`e` l`impegno civile e la riflessione sulla societa` politica. diciassette componimenti scritti nel decennio fra il 40 e il 30 a.c., dai venticinque ai trentacinque anni, nei quali, dietro il giovanile scontro con la realta`, gia` si intravede il senso della misura dell`orazio piu` noto. da sempre legati, per consuetudine editoriale, alle celebri "odi", gli "epodi" sono qui riproposti nella loro autonomia di opera particolarissima nella produzione oraziana e nell`intera letteratura latina. la traduzione poetica di fernando bandini ne coglie pienamente la vivacita`, il ritmo, le sfumature, le variazioni di tonalita`.


la vera ragione del suo viaggio in india era terapeutica: curare la tubercolosi che lo minava; ma l`esperienza fu cruciale, e si riverbero` nella scrittura. due anni dopo, confidando nella memoria e nei suoi taccuini, gozzano inizio` a raccontarla sulle pagine della "stampa" di torino. non sono veri racconti: sono pagine di diario con ambizioni narrative, meditazioni in forma di elzeviro, ricordi spesso puramente immaginari, fantasie folgoranti e geniali. la fertile inventiva di gozzano gioca sui due piani della finzione e del reale, cosi` lontani tra loro eppure cosi` felicemente generatori di poesia, attraversati di tanto in tanto dalle "trafitture" della nostalgia, tratto caratteristico della sua sensibilita`.
