

tra il gennaio 1946 e il luglio dello stesso anno, il dottor leon goldensohn fu incaricato di accertare la salute mentale di oltre venti capi militari e politici nazisti, piu` o meno noti, accusati di genocidio e crimini di guerra e contro l`umanita`. in qualita` di medico e psichiatra, goldensohn si recava quotidianamente nel carcere di norimberga per visitare e rivolgere domande di varia natura ai prigionieri. leitmotiv nei loro discorsi: l`obbedienza cieca agli ordini, la dichiarata inconsapevolezza di quanto accadeva nei campi di sterminio, i modi affabili e cortesi. molti degli intervistati furono condannati a morte per impiccagione. ogni serie di colloqui e` preceduta da una scheda biografica e da alcune informazioni di carattere storico.



gli scritti etruscologici di ranuccio bianchi bandinelli coprono l`intero arco dei cinquant`anni della sua attivita` di studioso: dal 1925, quando venne pubblicata la sua tesi di laurea su chiusi, fino al 1973, quando apparve l`ultima sua monumentale opera "etruschi e italici prima del dominio di roma". i saggi raccolti in questo volume sono disposti cronologicamente e servono a documentare il percorso critico e intellettuale di bianchi bandinelli, caratterizzato da un lato da una costante continuita` di interesse per il fenomeno artistico etrusco-italico, dall`altro da un fondamentale e profondo rinnovamento delle sue posizioni negli anni successivi al 1960.

l`evoluzione per selezione naturale, questa "pericolosa" idea di darwin, e` stata al centro di molte controversie per piu` di un secolo e molti continuano a non accettarla pienamente, benche` sia stata trionfalmente confermata da una miriade di scoperte, e sia ormai ben integrata in numerosi settori scientifici. dennett affronta qui le critiche sollevate contro la teoria dell`evoluzione, sfidando le opinioni di alcuni tra i piu` famosi scienziati del nostro tempo, compresi stephen jay gould e roger penrose.



"adolf rudnicki rimane, in un ideale archivio del novecento letterario, quale supremo cronista dell`orrore, quale costruttore di un`impervia, lacerante testimonianza. il piu` bel libro sullo sterminio degli ebrei nel ghetto di varsavia e sull`ideologia nazista e` un libro sul terrore. dove il terrore e` evocato non soltanto in termini contenutistici, narrativi, aneddotici, bensi` e soprattutto in termini formali. ogni racconto e` mantenuto sul filo del rasoio fra caos e labirinto, tanto che si insinua il sospetto che il caos abbia una sua logica." (cesare garboli)

esistono figure o temi che periodicamente tornano a riaffiorare nelle pagine dei capolavori letterari arricchendosi ogni volta di nuovi significati. elettra, la figlia che si erge a vendicatrice del padre agamennone ucciso dalla moglie clitennestra e dal suo amante, e spinge il fratello oreste a uccidere entrambi, e` uno di quei miti. elettra protagonista e unico motore della storia in sofocle, creatura reietta dalla famiglia e dalla societa` in euripide, morbosamente legata da un rapporto perverso con hofmannsthal, che smaschera tutti i personaggi nella yorurcenar con il colpo di scena da lei creato. quattro drammi e una sola elettra: la figlia che fa uccidere la madre; quattro elettre e un solo dramma: la madre uccisa dai figli.





new york, 2 marzo 1959. lo studio della columbia records si fa tempio. alle 14.30 e` fissata una sessione di registrazioni, o forse un appuntamento con la storia. miles davis e il suo leggendario sestetto - john coltrane, bill evans, cannonball adderley, jimmy cobb, paul chambers e wynton kelly - stanno per registrare un album dalla potenza mistica: "kind of blue". su quei nastri magnetici non resteranno mere tracce di suoni ma alchimia di pura eleganza, malinconicamente sensuale, note dal potere afrodisiaco... e tutto intorno a voi si ferma. vent`anni fa, ashley kahn si e` guadagnato il privilegio di poter accedere ai nastri originali delle due sessioni che diedero alla luce "kind of blue", e di sentire le battute che si scambiarono i musicisti in quelle ore di genio feroce; i dubbi e le discussioni che segnarono la ricerca di una nuova strada, dal bepop al jazz modale. per ricostruire nella loro completezza quei due giorni, kahn ha incontrato testimoni e protagonisti, ha ascoltato la voce di bill evans, john coltrane e degli altri, ha interrogato le fotografie, gli appunti presi nella furia creatrice, gli spartiti annotati a penna, e qualsiasi frammento sia stato possibile preservare. in questo libro, che di quelle ricerche e` il frutto, kahn spalanca le porte del celeberrimo studio sulla trentesima strada a manhattan permettendoci di rivivere la genesi di "kind of blue", il distillato immortale della new york degli anni cinquanta, con i suoi locali, i suoi riti, la sua vita notturna, il suo profumo di whisky e sigaretta. il saggiatore riporta in libreria questa cronaca vibrante, documentario di un`epoca: un classico della letteratura musicale, la storia di un disco diventato emblema di una rivoluzione nella musica afroamericana, la migliore risposta che si possa dare a chi chiede cosa sia il jazz.



il libro e` il resoconto dell`intero periodo di prove del "progetto domani", l`evento teatrale ideato da walter le moli e luca ronconi per torino 2006. durante otto mesi sessantotto attori, distribuiti in cinque compagnie, sono stati diretti da luca ronconi nella messa in scena di cinque testi: due propriamente teatrali, il classico "troilo e cressida" di william shakespeare e il contemporaneo "atti di guerra: una trilogia" di edward bond, a cui si affiancavano "il silenzio dei comunisti", un carteggio tra vittorio foa, miriam mafai e alfredo reichlin pubblicato da einaudi, e due testi commissionati per l`occasione: "lo specchio del diavolo" dell`economista giorgio ruffolo e "biblioetica. un dizionario" di gilbero corbellini, pino donghi e armando massarenti. nei capitoli che riguardano il lavoro su "troilo e cressida" e "atti di guerra" lo spazio e` occupato interamente dalla voce di ronconi, dalla sua analisi del testo e dei personaggi, dalle indicazioni date agli attori, dalla descrizione di concetti, di suggestioni, di definizioni, in particolare riguardo alla recitazione, che rappresentano le ossessioni di ronconi. viceversa nel resoconto degli altri tre spettacoli, alle parole di ronconi fanno da specchio quelle degli autori dei testi, non soltanto perche` viventi e facilmente reperibili, ma per il desiderio che la voce stessa della materia trattata affiancasse quella piu` prettamente teatrale del regista degli allestimenti.


per l`autrice, non solo la ripartizione tra scienza e decisione politica va messa in discussione, ma c`e` il sospetto che tutti gli argomenti che invocano la scienza siano argomenti di potere, nocivi tanto alle scienze quanto alle esigenze di una democrazia che non si riduca all`arte di condurre un gregge.








i brevi racconti che compongono la casa di claudine sono bagliori d`oro della memoria. se il titolo richiama il celebre ciclo di romanzi della serie claudine, qui la monella in grembiulino e` solo un pretesto d`autore: per ribadire, a vent`anni di distanza, che claudine e` creatura sua. ma oggi la protagonista e` colette bambina, racconto della felicita` e della meraviglia d`infanzia, e con lei la famiglia di esseri originali dominata dalla madre sido, il padre capitano, i fratelli achille e le`o, gli animali di questa "vecchia casa natale" nel villaggio di borgogna, gli abitanti di saint sauveur. "il bisogno veemente di toccare, vive, pellicce o foglie, piume tiepide, la commovente umidita` dei fiori": eccola, tutta qui, la grazia di colette. la maison mette in scena i miti del cuore.