

la contestualizzazione storica e la ricostruzione della biografia intellettuale di nietzsche sono la condizione per cogliere, al di la` delle rimozioni e delle censure del consueto catechismo nietzscheano, la tormentata coerenza e l`inquietante grandezza di un pensatore che, proprio a partire dal suo "radicalismo aristocratico", mentre accarezza progetti di inaudita violenza e brutalita`, si impegna in un dissacratorio e oggi piu` che mai benefico controcanto della storia, delle genealogie e delle mitologie dell`occidente.


sono passati piu` di sessant`anni anni da quando, nel 1953, arnaldo pomodoro fece il suo primo viaggio a milano, da pesaro dove viveva. la ragione di quel viaggio fu la mostra di picasso a palazzo reale, quella in cui l`artista, al vertice della sua fortuna, non solo volle esporre il monumentale guernica nella sala delle cariatidi ancora devastata dagli spezzoni incendiari, ma suggeri` agli amministratori della citta` di non restaurarla mai, perche` restasse a perenne memoria della follia di tutte le guerre. fu allora che pomodoro decise che avrebbe lasciato pesaro per milano. l`avrebbe lasciata l`anno successivo e, pur fra mille viaggi nel mondo, a milano avrebbe piantato le radici. ora, allo scoccare dei suoi 90 anni, la sala delle cariatidi accoglie una sua mostra personale, pensata come un percorso attraverso sessant`anni anni di lavoro, condensati nella trentina di sculture che rappresentano i capisaldi della sua opera: i "numeri uno" di ognuno dei filoni di ricerca che avrebbe esplorato nel tempo, dei numerosi sentieri che avrebbe battuto, reinventandone ogni volta i passi, ma restando sempre fedele al nucleo fondante del suo pensiero e della sua sensibilita` d`artista. ada masoero

"se il fascismo nacque a milano, fu a ferrara, con italo balbo, che trovo` la formula del successo nell`accordo con gli agrari e nell`organizzazione militare dello squadrismo. si trattava di una rivoluzione che aveva molti punti di contatto con la reazione e si basava anche su una violenza spesso gratuita. come capo e uomo d`azione, balbo fu inflessibile e determinante nel portare a compimento la conquista del potere e nell`instaurare il regime fascista. ne` l`una ne` l`altro probabilmente si sarebbero verificati - e comunque non in quel modo e in quei tempi - senza la volonta` e la determinazione di balbo. sempre piu` gigantesca appare oggi l`importanza delle imprese aeronautiche ideate, organizzate e realizzate da balbo. la sua intuizione geniale fu di capire che il volo sarebbe stato alla portata di tutti soltanto organizzandolo non come impresa eroica di pochi audaci, ma come prassi quotidiana per uomini comuni che possono volare tranquilli, certi di una perfetta organizzazione a terra come in cielo. su un simile personaggio fiori`, e vive tuttora, una tradizione narrativa e storiografica che, ispirandosi alle sue imprese clamorose, allo stile bizzarro e anticonformista, alla figura fascinosa e all`origine ferrarese, ne ha fatto `un condottiero rinascimentale`, un cavaliere di ventura cinquecentesco vissuto per sbaglio nel ventesimo secolo. niente di piu` falso: l`aspetto forse piu` sorprendente che emerge da questa biografia e` la straordinaria modernita` di balbo come capo e come politico: il suo spiccatissimo senso della propaganda, la capacita` di sfruttare i media e il proprio carisma, l`abilita` di eccitare e incanalare le masse erano qualita` che balbo possedeva in massimo grado, inferiore in questo solo a mussolini. in definitiva, la storia di balbo e` la favola realizzata dell`uomo della strada che dice `se comandassi io` e arriva davvero a comandare, autore, vittima e complice del sistema in cui opera e di cui non si sa liberare." (giordano bruno guerr