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il volume raccoglie l`intero corpus delle poesie "civili", di kavafis, che offrono al lettore un`immagine un po` differente e piu` complessa dell`ispirazione del grande poeta neogreco. kavafis, solitamente considerato uomo chiuso in se stesso e indifferente ai fatti sociali, prende una sua personale posizione in difesa dei valori che gli premono maggiormente. la scelta dell`eta` ellenistica e greco-romana non e` mera opera di archeologia o solo capriccio di poeta, ma anche volonta` di attuare un processo di osmosi fra passato e presente, che possa dar ragione di una situazione esistenziale, ma inserita in una cornice storica precisa, cosi` da legittimare anche l`autodefinizione di kavafis di .

un libro intriso di memoria. seguendo con fedelta` le tracce degli uomini, non arrendendosi alle ragioni del tempo, ogni racconto trae in salvo qualcosa o qualcuno: i tanti nomi della neve, un pastore solitario che parla con amore alle sue pecore, paesaggi scomparsi, la storia di un popolo, un giovane legnaiolo la cui esistenza e` sconvolta dall`apparizione di una strega bellissima e impietosa, un focolare intorno al quale si raccolgono vivi e morti intrecciando rimpianti e speranze. i ricordi si coagulano in frammenti o si dilatano in narrazioni estese come quella che apre il libro, incentrata sulla lunga marcia verso casa di un uomo uscito dal lager, gracile scheletro che arranca tra i relitti lasciati dalla guerra.

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