


vittorio sgarbi compie una incursione nei concetti del bene e della bellezza, traendo spunto dalla grande tradizione dell`occidente cristiano in materia di sanita` e malattia. la cristianita` dell`assistenza nasce proprio dall`esigenza, dal dovere morale di curare il malato come farebbe dio. ma sembra talora che dio non possa stendere la sua mano, ed e` allora che l`assistenza interviene ricreando le condizioni di possibilita` di quel miracolo che dio non puo` fare. per quanto riguarda l`architettura, l`autore afferma che l`idea dell`architetto e` un`idea filosofica, al servizio di una funzione. l`architettura non puo` esistere se non in rapporto alle esigenze reali dell`esistenza umana.









il rapporto tra scienza e societa` e` sempre stato difficile. la scienza e` stata dominio esclusivo di pochi, mentre la societa`, da parte sua, non ha mai avuto la percezione di un`utilita` diretta, concreta, della scienza nella sua vita. spesso la societa` ha avuto paura della scienza, del suo linguaggio specialistico, delle sue tecniche oscure. dulbecco con questo libro vuole invece spiegare, in modo accessibile, alcune delle piu` discusse questioni scientifiche dei nostri giorni, dal significato del genoma ai cibi geneticamente modificati, dalla clonazione alle cellule staminali.






mila stella ritrae persone che hanno attraversato la sua vita, figure in movimento cui non fa mancare il suo sguardo a volte melanconico, a volte divertito, sempre sincero. si va indietro nel tempo, al dopoguerra, al primo impatto con la sicilia, e poi agli anni iniziali di insegnamento via via fino all`oggi. e lungo la strada che la adorno percorre volti piu` noti e meno noti: anna banti, direttrice della rivista "paragone" insieme al marito roberto longhi; carlo muscetta, l`insigne italianista; luciano dondoli, filosofo crociano; rosario assunto, professore di estetica; niccolo` gallo, filologo e critico; gugliemo petroni, poeta e scrittore. tutta la nostra vita, sembra dire la adorno "e` presente in noi in ogni momento, il passato e` sempre `adesso` indipendentemente dal fatto che lo sappiamo o no" (k. brandys) . su tutto e tutti svettano i paesaggi della adorno, i suoi "luoghi dell`anima", pisa, e la toscana, roma, ma soprattutto la sicilia e catania, "fu proprio quel mondo, cosi` diverso dal mio, in cui mi trovai, a esasperare il bisogno di raccontare che da sempre espletavo a voce".

si immagina tra petrarca stesso e sant`agostino; ma essi non sono che personificazioni e drammatizzazioni delle due contraddittorie componenti dell`anima del poeta l`anelito religioso da una parte, la brama di gloria e la schiavitu` d`amore dall`altra in contrasto tra loro. ci troviamo di fronte quindi allo stesso conflitto che da` vita alla grande poesia delle "rime". ma nel "secretum" sant`agostino non esce vincitore dal colloquio la cui chiosa potrebbe essere un verso del "canzoniere" stesso: "ch`io vedo il meglio ed al peggior m`appiglio". petrarca, infatti, continuera` a scrivere poesia d`amore negli anni successivi: solo concludendo le "rime", all`avvicinarsi della morte, nella preghiera alla vergine chiedera` che lei lo perdoni dell`"error" e prenda atto dei suoi "cangiati desiri", affinche` "almen l`ultimo pianto sia devoto". si puo` ben dire che, per petrarca, letteratura e vita coincidono.


accanto a omero i greci collocavano, come loro secondo grande poeta, il beota esiodo. con lui si schiude una sfera sociale ben diversa dal mondo dell`aristocrazia e dalla sua cultura: se omero mette anzitutto in piena luce il fatto fondamentale che ogni cultura muove dalla formazione di un tipo d`umanita` aristocratica, in esiodo si rivela la seconda grande sorgente della cultura: il valore del lavoro. il titolo "le opere e i giorni", che i posteri diedero al poema gnomico di esiodo, lo dice perfettamente. l`eroismo non sta soltanto nella lotta dell`eroe cavalleresco con l`avversario che l`osteggia in campo, ma anche nella lotta silenziosa e tenace del lavoratore con la dura terra e con gli elementi. completano questa edizione il poemetto pseudoesiodeo "lo scudo di eracle" e il cosiddetto "certame", opera anonima che narra la leggendaria gara poetica tra esiodo e omero.

ogni esistenza nasconde un mistero e un segreto. giulia, una giornalista cinquantenne, scopre il suo quando apprende che il marito deve sottoporsi a un trapianto di reni. per affrontare un momento cosi` drammatico, giulia non solo si affida alla scienza dei medici, ma riscopre una dimensione piu` profonda, quella della fede e della preghiera. a guidarla nel suo cammino spirituale c`e` marco, un amico di qualche anno piu` giovane. notte dopo notte, davanti al computer, giulia scrive lunghe lettere in cui racconta i suoi timori, le debolezze, la paura di non farcela, e ripercorre tutta la sua vita.

nel 384 d.c., alle soglie di un decennio fatale per le sorti del paganesimo, il prefetto di roma simmaco e il vescovo di milano ambrogio si affrontano in merito alla presenza dell`altare della vittoria nel senato. simmaco, l`uomo della religione tradizionale, invoca pluralismo e tolleranza per gli de`i dell`antica roma; ambrogio, l`uomo della nuova fede, nega ogni possibilita` di dialogo e di compromesso tra vecchia e nuova "religio", censurando come segreta volonta` di dominio l`appello di simmaco alla tolleranza. una delle prime e piu` significative tappe di quel dibattito sulla tolleranza che impegnera` tanta parte del pensiero moderno e contemporaneo. con introduzione di ivano dionigi e un saggio di massimo cacciari.









una riflessione che si inserisce nel dibattito culturale e politico di oggi.


per lungo tempo siamo stati costretti a sospettare che i progetti, i disegni, gli oggetti, le fotografie, le riviste di ettore sottsass, oltre a stupire e a innovare, raccontassero una storia. poi, alla fine della sua lunga vita, sottsass quella storia ha cominciato a scriverla - partendo da molto lontano. e cosi`, in queste schegge di un`autobiografia pensata come testamento, sottsass manovra una scatola ottica di cui lui solo sembra conoscere il funzionamento, e la usa per proporre al lettore, in un ordine solo apparentemente capriccioso, le immagini della sua infanzia e della sua giovinezza. la materia di cui il racconto e` fatto - i primi anni in austria, l`arrivo a torino, le retrovie e il fronte di una guerra a meta` orrenda e a meta` farsesca, e la milano del dopoguerra, e l`america, e la nascita del design contemporaneo - basterebbero a giustificarlo. ma a colpire, e subito a incantare, e` il fuori campo con cui sottsass accompagna ogni rievocazione: una voce ironica, beffarda, sorniona, che sembra sempre condurre a una conclusione gia` scritta, ma all`ultimo momento scarta verso il paradosso - riuscendo, ogni volta, a sorprendere. chi tiene fra le mani questo libro, dice sottsass in una sua breve introduzione al testo, tiene fra le mani (forse) un uomo nudo. la parentesi - e non potrebbe essere altrimenti - autorizza dunque un dubbio: per scioglierlo, non resta che cominciare a leggere.











Quando si dice Alpi, i più pensano subito alle solite (poche) cime famose: il Cervino, il Monte Bianco, il Gran Paradiso, le Dolomiti. Oppure alle località più alla moda. In realtà questi luoghi dell'industria del turismo non sono che spazi circoscritti. Oltre alle montagne da cartolina, si apre, infatti, il vasto 'mare alpino', un mondo appartato, in gran parte sconosciuto. Marco Albino Ferrari, che nel corso degli ultimi vent'anni ha percorso quelle vallate e quelle cime, racconta le loro storie e ci accompagna fra meraviglie ormai destinate a sparire nell'oblio, fra i ricordi dell'antica società montanara e l'epica della scoperta delle alte quote














hsu, geologo cinese di formazione americana, e` riuscito in questo libro a raccontare il "caso" dei dinosauri, i quali incontrarono alla fine del cretaceo quella che, su scala geologica, deve considerarsi una morte improvvisa. tale evento si presenta come una imbarazzante anomalia rispetto alla teoria darwiniana. molte sono le cause invocate per dare ragione di questi eventi. la teoria di hsu, che individua la causa nell`impatto di un corpo di tale massa da provocare mutamenti radicali nello habitat, e` ritenuta fra le piu` solide e suffragate.



guglielmo di occam, nato all`inizio del xiv secolo, si dedico` nella seconda parte della sua vita alla riflessione sul ruolo temporale della chiesa e alla battaglia contro il potere politico del pontefice. si pubblicano qui l`an princeps, un pamphlet sul diritto della corona di utilizzare, in situazioni di emergenza, i beni ecclesiastici senza preventiva autorizzazione papale; e l`epistola ad fratres minores, dove guglielmo illustra ai confratelli i motivi della sua ribellione al pontefice. testo latino a fronte.



con "il secondo sesso", simone de beauvoir affranca la donna dallo status di minore che la obbliga a essere l`altro dall`uomo, senza avere a sua volta il diritto ne` l`opportunita` di costruirsi come altra. con veemenza da polemista di razza, simone de beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna - sposa, madre, prostituta, vecchia - e i relativi attributi - narcisista, innamorata, mistica. approda, nella parte conclusiva, dal taglio propositivo, alla femme inde`pendante, che non si accontenta di aver ricevuto una tessera elettorale e qualche liberta` di costume, ma che attraverso il lavoro, l`indipendenza economica e la possibilita` di autorealizzazione che ne deriva - sino alla liberazione del suo peculiare "genio artistico", zittito dalla storia - riuscira` a chiudere l`eterno ciclo del vassallaggio e della subalternita` al sesso maschile. l`avvenire, allora, sara` aperto. con una determinazione prima sconosciuta e un linguaggio nuovo, che tesse il filo dell`argomentazione attraverso un`originale mescolanza di mito e letteratura, psicoanalisi e filosofia, antropologia e storia, simone de beauvoir sfida i cultori del gentil sesso criticando le leggi repressive in materia di contraccezione e aborto, il matrimonio borghese, l`alienazione sessuale, economica e politica. provoca il pubblico conservatore, cerca il riconoscimento personale, rivendica la solidarieta` collettiva. prefazione di julia kristeva. postfazione di liliana rampello.

una mattina qualunque, per caso, nora riconosce un volto in treno. e la persona che le ha distrutto la vita. lei e il marito pasquale sono i proprietari a pescara di una avviata tabaccheria. e proprio in questa sei anni prima nel corso di una rapina un ladro ha ucciso il loro unico figlio corrado. nora non puo` credere che il carnefice di un ragazzo innocente - del loro ragazzo innocente! - possa essere libero dopo cosi` poco tempo. non puo` credere che la vita di suo figlio valga tanto poco. ma e` cosi`, tra la condanna per un omicidio preterintenzionale e i benefici carcerari. da questo momento nora e pasquale non riescono a continuare a vivere senza ottenere una loro giustizia riparatrice. il marito cerca la via piu` breve e immediata. nora, invece, dopo una difficile ricerca per stanare l`uomo, elabora un piano piu` raffinato. paolo dainese, pero`, l`omicida, si e` sforzato per rifarsi una vita e, annaspando, sta riuscendo a rimettersi a galla. da anni antonio manzini aveva in mente questa storia, tratta da un fatto vero. e ha voluto scrivere non un romanzo a tesi, ma un romanzo psicologico su tre anime e su come esse reagiscono di fronte a un`alternativa morale priva di una risposta sicura. e leggendo queste pagine si resta disorientati, non solo perche` l`autore ha scritto una storia diversa dalle sue trame che ci sono piu` famigliari, ma soprattutto perche` e` riuscito a raccontare, dentro gli intrecci propri di chi e` maestro di storie, l`impossibilita` di farsi un giudizio netto. impossibilita` di chi legge, e di chi scrive; ma anche dei personaggi che vivono la vicenda. questi possono scegliere (e le loro scelte sono diverse) ma perche` costretti a farlo, cosi` come la vita costringe. questa specie di cortocircuito, tra ragione e vita, e` il dubbio etico che manzini esplora in tutto il suo spazio.




. ne` uomo ne` dio, ne` maschio ne` femmina, ne` buono ne` cattivo, ne` bello ne` brutto, e comunque mai nessuna di queste cose per sempre o in assoluto, eros e` un messaggero, un traghettatore di pulsioni. lo si diceva ventiquattro secoli fa, durante il simposio piu` celebre della storia d`occidente, e da allora le cose non sono cambiate. ne` e` cambiato il ruolo dell`attore, che di eros, da sempre, e` il tramite e l`interprete. con la sua voce, incantevole anche quando scrive, sonia bergamasco spiega come si realizzi, nella pratica viva del mestiere, questo farsi medium incarnato di emozioni e parole. e un processo che si costruisce per gradi, con dedizione, entusiasmo e fatica e ha come punto di partenza e di arrivo il corpo. il corpo dell`attore e` materia plasmabile: va addestrato a vibrare attraverso l`educazione al suono e al gesto; va domato attraverso l`alchimia della ripetizione; va trasceso nelle sue caratteristiche personali per insegnargli a fare spazio a quelle universali; va sedotto, infine, per dargli modo di sedurre a sua volta e ogni volta, consapevolmente, il pubblico (o l`obiettivo della macchina da presa). con generosita`, sonia bergamasco mette a disposizione del lettore una serie di ricordi e di esperienze sempre personali, attinte dal suo specifico percorso - che partiva in modo eccentrico e connotante dalla musica -, dai maestri (come carmelo bene), dai "modelli" amati (come eleonora duse), dalle sfide accolte per continuare a evolvere, a imparare, a crescere e anche a trasmettere conoscenze e stimoli alle nuove generazioni. curiosamente (avrebbe forse detto luca ronconi), l`immagine che emerge da questo sincero rispecchiamento non e` un riflesso di narciso. la figura che ci guarda e ci parla da dietro il v

nel corso del settecento, mentre in tutta europa la borghesia andava al potere instaurando le prime forme di democrazia, in russia avveniva il trapasso da un sistema feudale a un sistema autocratico. in questa grande opera di sintesi storica sull`ancient re`gime russo, marc raeff esamina le ragioni di questa `anomalia` e del divario politico, sociale ed economico tra europa e russia, raccontando i meccanismi che portarono all`accentramento del potere nelle mani dello zar, all`esautoramento di una nobilta` ridotta a sfavillante coreografia della corte e alla sopravvivenza di strutture schiavistiche che dureranno fino alla vigilia della rivoluzione d`ottobre.
