
"l`opera della mia vita e` stata di "vivere" l`opera d`arte, di girarla e rigirarla sul palato del mio spirito, di meditare e sognare su di essa; poi, nella speranza di meglio comprenderla, di scriverne. il regno dell`arte e` un mondo, in se` e per se`, fondato su cio` che e` attuale. ci offre, quando siamo esauriti dallo sforzo di distaccarci dalla confusione e dal ronzio dell`attuale, il riposo e il refrigerio che bramiamo prima di prendere il volo e d`innalzarci alla regione dei concetti, delle astrazioni, della matematica pura. e un regno in cui non possono trovar luogo reazioni di piacere fisico o di pena fisica, poiche` ne` quello ne` questa possono attraversarne le frontiere senza lasciare indietro ogni principio attivo. e un regno al di la` della sensazione fisica, e tuttavia e` un regno che non puo` non servire di modello e d`ispirazione a cio` che e` attuale. e il regno delle sensazioni immaginarie."




inizia e muore nel tradimento questo libro di fiamme e di onnipossenti cieli, fatto - si direbbe - per consolare mozzando la lingua. e un libro pieno di idolatri, di anatemi, di massacri; il premio offerto e` raro ("io mi adopero per ravvivare il cuore degli ultimi e per ridare speranza a chi e` nel pianto") ma salvifico: va custodito in questi tempi cattivi, con la cataratta. isaia, formulario d`urla e rotolo iniziatico, come si sa, innesca l`ordigno sconvolgente che porta a gesu`: "la fanciulla appena divenuta donna concepira` e partorira` un figlio che chiamera` emmanuele". secondo guido ceronetti, biblista eversivo, isaia "e` un punto di sospensione nel respiro del destino umano". scevra di esoterismi col suv e di gnosi a` la carte, la traduzione di gian ruggero manzoni conferisce al profeta una lingua che dissotterra gli arcani e disintegra i tabu`. al contempo, riconosciamo in isaia il precursore di dante, di william blake, di rimbaud, rivediamo - in questa versione di brutale veemenza e di inattesa tenerezza - i film di andrej tarkovskij e i "miti di cthulhu" di lovecraft. qui tutto e` cannibale, tutto e` innocente. tramite il lavacro sacrificale (da leggere e rileggere il capitolo 53: "si era erranti come pecore; ognuno di noi, sbrancato, seguiva una sua via, e l`eterno ha proiettato su di lui le nostre perversioni") il traditore rientra nella fede, al tradimento segue l`amore.