
pincipe delle tenebre, angelo diabolico del jazz, instancabile, rabbioso miles. artista lontano dai compromessi, cerco` di rivoluzionare la musica seguendo un proprio demone che pretendeva di ascoltare solo se stesso. sono trascorsi quasi vent`anni dalla sua morte, ma miles davis continua a essere l`incarnazione del jazz moderno, inteso come forma musicale misteriosa, esotica e lontana da qualsiasi definizione. senza scadere nell`agiografia, attraverso quattordici punti cardine delle sue incisioni discografiche richard cook scandisce i momenti della ricerca di miles, della sua rincorsa a una musica ogni volta diversa, passando dal bebop al modale al jazz-rock. l`autore alza il sipario sulle session del trombettista svelando l`alchimia che veniva a crearsi in sala d`incisione e sul palco, gli scontri e le amicizie che portavano alla scelta dei musicisti e alla composizione dei brani. da birth of the cool a miles davis & quincy jones live at montreux, passando attraverso successi come kind of blue e nefertiti, in ciascun capitolo cook focalizza l`attenzione sulla realizzazione di un singolo disco e, tra registrazioni live e in studio, ci fa scoprire l`abilita` con cui il musicista cambiava approccio a seconda che stesse suonando in un locale notturno oppure dovesse affrontare un paziente lavoro in sala d`incisione. miles, definito il picasso del jazz per la capacita` di dare vita a molteplici espressioni artistiche, non aveva pero` in comune con il pittore la gioia di vivere.

e giusto perdonare? quanto puo` far bene alla vittima? esiste perdono senza riconciliazione? piu` semplice con se stessi o dopo un`offesa ricevuta, piu` complesso tra gruppi politici e religiosi, il perdono richiede tempo e fatica, ma e` necessario per non dimenticare. il perdono si prospetta come via alternativa alla vendetta o alla fuga.

la terza storia - dopo "romanzetto esci dal mio petto" e "strip strip hurra`!" - della saga ribalda e tenera di annibale, ex barbiere che vive di mestieri provvisori e sopravvive alla sua via crucis senza resurrezione. illustrata da franco matticchio come un feuilleton, questa "favoletta" prosegue il ciclo dei "romanzetti", scatole-caleidoscopio da leggere e guardare ai margini di tutto cio` che e` ufficiale. annibale, provvisoriamente incarcerato per truffa, la chiama "l`ultima santa. la santa degli ultimi". ma lei non e` una santa. e "solo" immacolata, una ragazza cieca, che girava nuda per il paese, rimasta nel cuore di molti, e da annibale adeguatamente festeggiata come si festeggia, in un mondo dove ogni valore e` ribaltato e inquinato, cio` che rimane come fondamento nudo dell`esistenza. una farsa carceraria in cui una ragazza diventa protagonista di una miracolosa, immacolata "concessione".

"volver e` un titolo che include vari ritorni, per me. sono tornato, un poco, alla commedia. sono tornato all`universo femminile, a la mancia (e` senz`altro il mio film piu` strettamente mancego, il linguaggio, le abitudini, i cortili, la sobrieta` delle facciate, le strade lastricate), sono tornato a lavorare con carmen maura (non lo facevamo da diciassette anni), con pene`lope cruz, lola duenas e chus lampreave. sono tornato alla maternita`, come origine della vita e della finzione. e, naturalmente, sono tornato a mia madre [...]. il ritorno principale di volver e` quello del fantasma di una madre che appare alle proprie figlie. nel mio paese queste cose accadono (sono cresciuto ascoltando storie di apparizioni), tuttavia alle apparizioni non ci credo. solo quando accadono agli altri, o quando accadono nella finzione. e questa finzione, quella del mio film (e qui viene la mia confessione) ha provocato in me una serenita` che non avvertivo da tempo". (pedro almdovar)





le storie memorabili di rudolf von schlettstadt sono una raccolta di racconti, in tutto 56, composti alla fine del xiii secolo con un intento che vorrebbe essere "cronachistico" ma il piu` delle volte rende a "virare" verso il "fantastico". le vicende narrate trattano infatti per lo piu` di spiriti, fantasmi, apparizioni demoniache o fatti inquietanti di cui viene data una lettura sensibilmente influenzata dalle concezioni medievali relative al magico, al meraviglioso o, piu` genericamente, alla sfera del soprannaturale. quest`ultima, in accordo con il sincretismo che caratterizza la cultura "popolare" dell`eta` di mezzo, si presenta fortemente ibrida. coniugando senza evidenti imbarazzi l`impostazione cristiana con elementi desunti dal folklore, motivi leggendari o fiabeschi. superstizioni. miti, credenze riconducibili ad un retaggio arcaico e ad una tradizione prevalentemente orale. fa eccezione, almeno in parte, la serie di narrazioni dedicate alle persecuzioni di cui furono oggetto gli ebrei di` franconia attorno al 1298: un dossier puntuale e articolato in grado di fornire un`interessante quanto inquietante testimonianza sul clima di intolleranza religiosa che si dava instaurando nelle regioni tedesche sul finire del xiii secolo a concludere un lungo periodo di convivenza pacifica resa vieppiu` precaria dal rapido sviluppo di un`economia di mercato. l`autore della raccolta resta per noi poco piu` di un nome, per giunta documentato soltanto dall`unico testimone in cui sono tra`dite le historiae memorabiles. presumibilmente rudolf fu priore del convento domenicano di schlettstadt in un periodo compreso fra l`ultimo decennio del duecento e gli inizi del secolo successivo: la zona d`ombra in cui resta confinato si accorda del resto pienamente con i canoni della scrittura edificante in cui l`anonimato del compilatore contribuisce ad astratte i racconti da un`angusta prospettiva individuale perche` possano piu` agevolmente esprimere valenze esemplari.

con 4 puzzle. eta` di lettura da 3 anni.


un giovane giornalista al suo primo incarico importante che vuole a tutti i costi risolvere l`enigma di un insolito suicidio; un musicista che compone un`opera rock nei ritagli di tempo; una cronista mondana che segue lo svolgersi litigioso e drammatico di un intrigato premio letterario internazionale; uno scrittore appena uscito da una fortissima crisi personale che nel partecipare al premio reincontra, in modo tragico, il proprio angelo distruttore al quale definitivamente capitolera`; un gruppo di travestiti gioiosi che percorre in lungo e in largo il panorama godereccio notturno delle centinaia di dancing e discoteche che affollano la riviera; e poi match sportivi, radio libere e su tutto questo intrecciarsi di storie il panorama gremito e ossessivo della riviera adriatica, sfolgorante e metaforico can-can di una italia che chiude i battenti tra conformismi, corruzione, scandali, brame di successo e insensatezze collettive. postfazione di elisabetta sgarbi.
"la storia di hong kil-tong" e` la prima vera opera narrativa in lingua coreana, risalente al xvi secolo. il breve romanzo di ho kyun e` l`occasione per riflettere sui problemi inerenti all`attivita` di governo e sulla necessario connessione tra politica ed etica. la presenza anche di spunti utopistici consente l`approfondimento dei legami intercorrenti tra oriente ed occidente, che non si prospettano cosi` come due mondi separati e privi di punti di collegamento. risalta pertanto la comune dimensione ontologica, che ci permette di comprendere come le diverse culture, al di la` delle differenze, finiscono per esplorare con modalita` distinte l`identico universo dell`uomo.