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nel linguaggio e nella cultura del nostro paese e` consueta la distinzione tra uno spazio che produce, il territorio (oggetto di scelte politiche e di utilizzazioni socio-economiche), e uno spazio prodotto, il paesaggio (oggetto di studio e di romantica contemplazione). esiste oggi una disciplina, poco frequentata e scarsamente nota in italia, che e` in grado di eliminare questa frattura tra geografia del passato e geografia del presente: si tratta della landscape archaeology o archeologia del paesaggio, un metodo di analisi delle strutture territoriali basato sullo studio e l`interpretazione dei resti materiali che l`uomo ha lasciato attorno a se`. questa ricerca non riconosce limiti cronologici: come nello scavo si procede dal piu` recente al piu` recente al piu` antico, nell`indagine topografica bisogna ripercorrere, `sfogliare` a ritroso ogni vicenda, tenendo presente che ciascun paesaggio si e` sovrapposto ai precedenti, trasformandoli. l`obiettivo non e` dunque quello di descrivere un certo assetto del territorio nel passato, quanto piuttosto di capire i meccanismi di trasformazione delle strutture territoriali nel tempo storico. cio` e` possibile solo percorrendo archi cronologici sufficientemente ampi della stratigrafia del paesaggio, cogliendo soprattutto l`interazione tra i diversi livelli in successione, combinando, cioe`, le sezioni orizzontali con quelle verticali, la sincronia con la diacronia, l`evento con la durata; il lettore, insomma, avra` l`idea di camminare, quasi da occasionale turista, nel tempo e nello spazio di una regione suggestiva quant`altre mai: dalla preistoria alla storia, in un susseguirsi di testimonianze - e quindi di accadimenti - che parlano piu` lingue e attestano diverse civilta`. una su tutte, quella degli etruschi, pare connotare l`area studiata da potter in senso davvero speciale: l`alone di mistero che per tradizione accompagna questo popolo si sposa con la concretezza della quotidianita` piu` vissuta; e` un po` come se le

scritti in lingua letteraria e incentrati sulla registrazione di eventi e fenomeni eccezionali o di personaggi di natura straordinaria, i chuanqi (racconti in prosa, talora con inserti in versio in prosa rimata) elaborano un materiale tematico molto ampio che comprende sia le storie sovrannaturali di immortali ed esseri fantastici sia episodi tratti dall`esperienza sociale o amorosa dei letterati, e molto spesso una combinazione di questi due elementi. fiorita nel corso della dinastia tang, la produzione di questi racconti conobbe il suo primo momento di splendore nel periodo tra il 780 e l`820 e continuo` poi con alterne fortune lungo tutto il corso della letteratura cinese tradizionale. per la varieta` dei soggetti tematici rappresentati e la ricercatezza dello stile linguistico, questo particolare genere di racconto costituisce una delle forme letterarie piu` raffinate della narrativa cinese tradizionale.

l`ombra dell`erotismo si e` sempre felicemente allungata in tutta la produzione di andrea pazienza. ma e` nelle splendide immagini racchiuse in "pazeroticus" che tale componente e` totale ed esclusiva. un erotismo sui generis, decisamente umoristico, affrontato con un approccio buffo, perfino burlesco, pur mantenendosi nei termini di un livello grafico di alta figurativita`. la giocosita` risulta evidente, per esempio, dal piacere insistito con cui una medesima situazione viene raffrontata come variazione sul tema, o viene rappresentata prima con una tecnica poi con un`altra, quasi a ricavarne differenti rapporti armonici. con un`introduzione di milo manara.

il "livro do desassossego" e` costituito soprattutto da una disordinata collezione di frammenti nutriti dalla linfa del desassossego, dell`inquietudine esistenziale, dello spleen, del perturbante. l`opera originale e` di fatto uno zibaldone, un diario non mai licenziato dall`autore come opera chiusa e compiuta. pieno di fascino e misteriosa maesta`, il "diario" di bernardo soares si e` presentato da subito come una fluviale meditazione rotta in un delta enigmatico. nel 1986, maria jose` de lancastre e antonio tabucchi tradussero e curarono per feltrinelli la prima edizione italiana del "livro do desassossego", proponendo una scelta ragionata di lacerti da poco definitivamente attribuiti a bernardo soares, tratti dai due volumi della cosiddetta edizione prado coelho, che finalmente dava a conoscere al pubblico, tentando una prima compilazione in forma di libro, lo zibaldone di bernardo soares filologicamente ancora in fieri. "il secondo libro dell`inquietudine", a cura di roberto francavilla, completa il lavoro di antonio tabucchi e maria jose` de lancastre e gli rende omaggio (e proprio percio` contiene nel titolo l`arbitrio dell`aggettivo secondo).

il romanzo fu pubblicato nel 1871. e` il sogno positivista ad animare verne inventore di un universo di macchine fantastiche e appassionato cultore di un enciclopedismo di cui offre continui ragguagli. in questa edizione del romanzo, proposto nel centenario della morte dell`autore, al testo tradotto da luciano tamburini si affianca un saggio di daniele del giudice.

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