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i saggi di questo volume - su montaigne, pascal, racine, baudelaire, proust, sul pubblico del classicismo francese - completano e arricchiscono il quadro del realismo occidentale avviato da "mimesis" dello stesso autore. anche in queste pagine, come nella sua opera maggiore, auerbach mette in atto la sua originalissima metodologia critica, mobile e antidogmatica, capace di rendere significativo il "dettaglio", di risalire dallo stile di testi alla temperie complessiva di un`epoca, di una societa`, di una cultura. la costante attenzione per il pubblico gli permette di penetrare nella segreta dinamica delle opere, nel loro realizzarsi come esperienza estetica, di registrare le mutazioni della spiritualita` - la progressiva "secolarizzazione" in cui si rivela il destino del moderno -, ma anche di cogliere l`emergere di nuove sensibilita` e di nuove forme.

nella sua versione psicoanalitica il discorso possiede grandi capacita` di seduzione. in realta` la pratica psicoanalitica e` fatta di discorsi che hanno spesso l`aria di chiacchiere: il pettegolezzo costitui` il nucleo problematico che freud dovette affrontare per esempio nel caso di dora ed ha assunto un`importanza centrale nell`interpretazione che e` stata data della psicoanalisi e del suo stesso fondatore. forrester riesce ad apprezzare lacan e derrida e a riavvicinare due rivoluzioni teoriche fondate sul linguaggio come strumento di trasformazione non solo di descrizione. la psicoanalisi come storia di storie: di qui il suo successo come strumento di critica letteraria.

le vecchie zie, tutte maestre, "fusti di quercia, dalle radici ben solide", "custodi dell`ordine classico", "fedeli gendarmi dello stato", e ancor piu` fedeli all`avarizia come "segno di decoro... atto di fede... principio morale... norma pedagogica". romantico fustigatore dei costumi, leo longanesi sapeva benissimo che le vecchie zie, specie in via di estinzione, non ci avrebbero salvato, messe in soffitta come busti impagliati, spodestate dal progresso e da nipoti coi sogni a colori. erano l`emblema di una borghesia dal candore provinciale antica gia` allora (nel 1953), che aveva fatto le ossa al paese e l`aveva tenuto in piedi, che amava le cose solide e ben fatte: longanesi la guarda da lontano, con rispetto e un pizzico di nostalgia.

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