
a oltre settant`anni dalla morte, salvatore di giacomo (1860-1934) rimane uno scrittore ben vivo nella cultura contemporanea. e tuttavia, l`immagine piu` diffusa di questo protagonista della letteratura italiana fra otto e novecento appare, se non fuorviante, senz`altro parziale e riduttiva. cosi`, spesso si trascurano o s`ignorano, fra l`altro, le sue varie e vaste letture, i suoi numerosi e approfonditi interessi culturali, e soprattutto il suo respiro creativo autenticamente europeo. non e` un caso, d`altronde, che i versi ora teneri, ora malinconici, ora amari del suo raffinato canzoniere abbiano colpito profondamente numerose voci critiche autorevoli tra cui eugenio montale, pier paolo pasolini, gianfranco contini, benedetto croce.


nell`antichita` quale era il destino dei libri, una volta pubblicati? abbiamo testimonianze di scritti che raggiunsero una seconda o una terza edizione? esistevano diritti di autore e di editore? ci sono tracce concrete di varianti d`autore gia` nell`antichita`? lo studio delle pratiche compositive di un`opera letteraria e del metodo di lavoro degli autori antichi costituisce un dominio di ricerca affascinante e misterioso. ci possiamo chiedere se gli autori dell`antichita` greca e latina utilizzavano foglietti di papiro o di pergamena o tavolette per prendere appunti o per redigere i brogliacci delle loro opere; come raccoglievano i loro estratti durante le fasi preliminari della composizione; se scrivevano le proprie opere di loro mano oppure le dettavano a un segretario. molti autori antichi avevano in comune la pratica di riservare una parte almeno della loro produzione letteraria a una circolazione limitata, pratica che li portava a rinunciare a pubblicare i loro scritti, nel senso che intendiamo oggi. era comunque in vista di una pubblicazione, cioe` di una diffusione riservata a un pubblico piu` vasto, che gli autori antichi componevano le loro opere. muovendo da questi e altri aspetti il volume intende ricostruire le avvincenti fasi della redazione di un testo nell`antichita`.

per vincere le elezioni e` necessario un candidato carismatico? e, viceversa, un candidato poco comunicativo puo` far perdere la sua coalizione? questo volume esplora la questione trattando esempi storici e casi di studio recenti da kennedy a bush, da mitterrand a sarkozy, da prodi a berlusconi, dalla thatcher a blair, da schroeder alla merkel, da vendola a lula, a zapatero. attraverso di essi l`autore illustra come le caratteristiche personali e le strategie di comunicazione del candidato si fondino in un`immagine mentale dell`elettore e quindi in un`immagine pubblica.









un testo che per la prima volta, all`interno del ricco panorama di pubblicazioni su bernardo bertolucci, traccia il profilo dell`autore attraverso conversazioni e pensieri di alcuni suoi attori e collaboratori. professionisti che hanno vissuto i set del regista e, descrivendone situazioni e dinamiche, forniscono un quadro inedito allo stile proprio del regista parmigiano vincitore di nove premi oscar. e in questa prospettiva che il libro penetra il lavoro del piu` internazionale dei registi italiani, raccontando anche aneddoti sconosciuti al grande pubblico. nel testo sono contenute anche fotografie rare oltre a lettere e carteggi.


la vicenda narrata in questo libro e` semplice: un`escursione in barca sull`evre, piccolo fiume che si getta nella loira. paesaggi, campi, scogliere, boschi, ginestre accompagnano un tragitto familiare, ripetuto nelle diverse stagioni della vita, che qui trascende in viaggio iniziatico nel cuore stesso della creazione letteraria. e a pelo d`acqua si attiva la memoria, si accendono fantasticherie associative che collegano in un`unica costellazione i diversi astri del personale firmamento artistico di gracq: il profilo di un castello sulla riva richiama alcuni versi di nerval, e su quelli si innerva un immaginario poetico in un magistrale mescolarsi di ricordo e percezione, esperienza e chimere. sono pagine esigenti, che subito ripagano con l`ineffabile bellezza di un tramonto dopo un giorno di pioggia, di un odore terroso, di un vento d`aprile. la prosa vi scorre sinuosa, ora limpida ora piu` torbida, sempre incantatoria come le acque dell`amato evre. forse mai quanto in questa densissima reverie il grande scrittore francese si e` rivelato cosi` compattamente pervaso dalla sua caratteristica ispirazione, in grado di fermare il tempo con la limpida forza dello stile.