

l`ultimo nietzsche aveva perso ogni contatto con quanti lo avevano seguito nella sua avventura ormai volta verso il tragico epilogo (subito dopo verranno seguaci e adepti, ma tutti saranno ingannati dalla multilateralita` del suo pensiero, fonte di equivoci anche grotteschi). cionondimeno, quando sta per lasciare la sfera del mondo cosciente, nietzsche ritorna a tutti gli amici del passato con i messaggi torinesi. di questi, i due piu` lunghi e commoventi sono indirizzati a burckhardt. prima che il sipario della pazzia scenda, nietzsche fornisce a burckhardt la chiave per comprenderlo: "alla fine sarei stato molto piu` volentieri professore basileese che dio; ma non ho osato spingere cosi` lontano il mio egoismo da omettere, per causa sua, la creazione del mondo".

antichi sapienti o padri della chiesa, teologi medioevali o profeti della modernita` non tralasciano occasione per accanirsi contro la figura che piu` di ogni altra incarna il mistero dell`ignoto e realizza la violazione sistematica di ogni ordine stabilito: la strega. cosi` i timori e gli incubi dei "filosofi" hanno popolato dei piu` strani oggetti l`officina del mago o la bottega della fattucchiera, ma le ripetute condanne non hanno impedito al fenomeno stregonesco di proiettare la sua lunga ombra anche nella nostra epoca, in cui dovrebbero aver trionfato la scienza e la tecnologia.



questo scritto, che ha sullo sfondo l`interesse per i mutamenti politici dopo la caduta del muro nei paesi dell`europa orientale, mette a confronto i processi costituenti seguiti alla rivoluzione americana e alla rivoluzione francese. il punto teorico che affronta riguarda due "atti linguistici", come direbbe searle, richiamati nel titolo: argomentare e negoziare. l`obiettivo principale dell`analisi e` di fare chiarezza sui rapporti tra argomentazione e negoziazione, concetti che si intrecciano con la distinzione di habermas tra comportamento strategico (quello che massimizza i vantaggi in una situazione conflittuale) e comportamento comunicativo (quello che mira alla condivisione).



"hallo, my name is zoe and this is my book". e` l`inizio del "diario di un`idiota emotiva": e subito si ha un assaggio del tono che corre per tutto il romanzo, che e` lieve, allegro, in contrasto con il trucido della materia trattata, un cocktail di punk, sesso, droga, disgregazione esistenziale e sgretolamento emozionale. in bilico tra generi apparentemente inconciliabili, dal grottesco alla ce`line al romanzo di conversazione, con una sana dose di (auto)ironia, il libro mette in scena zoe, protagonista narratrice che scrive pornografia "impegnata" e sceneggia telefonate hard, e per vivere fa la receptionist in un locale sadomaso.

liberisti accaniti molestano baby-pensionati, acari della polvere rapinano i tabaccai, treni depressi si suicidano gettandosi sotto i passanti, ragazze di provincia costrette a massacrarsi fra loro nell`unico comune sprovvisto di serial killer... una repubblica cinquantenne affetta da demenza precoce. un sito internet gestito da un angelo, dove da tre anni imperversa un virus che trasforma la cronaca in farsa. lia celi sottopone a una lente deformante gli eventi piccoli e grandi del costume e della politica, cio` che ne deriva e` una strampalata fotografia dell`italia.

il narratore della "recherche", ha detto deleuze, e` simile a un ragno in agguato ai margini della sua tela che vibra, gli trasmette messaggi discontinui, gli indica la presenza di una preda: controfigura dell`uomo che trascorre lunghi anni in una camera foderata di sughero, lontano da quella realta` di cui cerca di registrare i segnali, anche i piu` impercettibili, con il solo strumento - la scrittura - di cui dispone. chi osserva la vita quotidiana di marcel proust e riconosce in essa alcuni dei germi che nella "recherche" verranno metabolizzati e sottoposti a un radicale disorientamento, ha spesso l`impressione di assistere al formarsi progressivo, sui margini, di una glossa smisurata, antropo-faga e invasiva. i frammenti biografici, che affiorano in modo discontinuo tra le pagine di questo libro e che sembrano obbedire alle necessita` dell`opera a venire, ci permettono di riconoscere l`alfabeto in cui si elabora la "lingua straniera" di cui proust vuole impadronirsi e nella quale, diceva, sono scritte tutte le grandi opere; additano lo snodo dove l`autobiografia del possibile si innesta sull`autobiografia reale di chi ha prodotto quel gigantesco, tentacolare agglomerato, che incamera e deforma ogni dettaglio, ogni sintomo e "fatto" biografico, ogni radice, ogni lettura, ogni sollecitazione e ogni impronta, che divora il suo creatore e, con la sua consapevole complicita`, lo riduce all`ombra di un altro che potremmo, con albertine, chiamare "marcel".

cosa significa tradurre un classico, tanto piu` se questo classico e` virgilio, anzi il virgilio piu` lirico, prezioso, l`inventore del paesaggio arcadico? paul vale`ry, che tradusse in francese, durante gli anni dell`occupazione nazista, tutte e dieci le ecloghe virgiliane, confesso` di invidiare una lingua poetica tanto piu` densa della sua. di questa opera nel quale gli de`i convivono con gli uomini, la storia si fonde con il mito, i paesaggi padani trascolorano in quelli mediterranei, non sono certo mancate traduzioni in lingua italiana; qui edoardo zuccato ne propone una versione in parte in lingua italiana, parte in dialetto altomilanese, non senza ardite e sperimentali commistioni.











oggi i nonni non hanno il bastone, ne` storie avventurose da raccontare o mestieri da trasmettere, ma giocano a tennis, viaggiano, studiano, guidano l`automobile, vivono da soli. serve quindi un cambiamento culturale che consenta di scoprire cio` che la vecchiaia puo` significare oggi: una fase di liberta`, di liberazione dal lavoro, dal peso delle responsabilita`, dagli impegni, tutta da inventare e progettare, lasciandosi alle spalle la sclerosi dell`eta` adulta. in quest`ottica vanno ridiscusse molte cose: l`approccio medico, il sistema assistenziale, la politica del lavoro, l`organizzazione sociale. il libro fa il punto su tutti questi cambiamenti, restituendoci un`immagine dell`invecchiare che non coincide con quella statica di un tempo.

inizialmente pubblicato a puntate sul "giornalino della domenica" tra il 1907 e il 1908, il libro e` scritto in forma di diario: il diario di giannino stoppani, detto gian burrasca. questo soprannome, datogli in famiglia a causa del suo comportamento molto irrequieto, e` divenuto col tempo un nuovo modo di definire tutti i ragazzini "discoli". e giannino di guai ne combina davvero tanti: fa scappare i fidanzati delle sorelle, rompe vasi, allaga la casa, strappa l`unico dente di zio venanzio, dipinge di rosso il cane di zia bettina, tira l`allarme di un treno... alla fine i genitori decidono di mandarlo in collegio. anche qui, tuttavia, riuscira` a combinarne di tutti i colori, ottenendo anche di sostituire la solita minestra di riso con la pappa col pomodoro. eta` di lettura: da 10 anni.


pubblichiamo in due tomi (voll. 36 e 37) il manoscritto economico 1861-1863 con l`esclusione dei quaderni che trattano le "teorie sul plusvalore" (i quaderni dal vi al xv e il xviii) che abbiamo raccolto nei volumi 33, 34, 35. il primo tomo (vol. 36) comprende i primi cinque quaderni del manoscritto, composti tra l`agosto 1861 e il marzo 1862, e i quaderni xix e xx scritti nei primi mesi del 1863. il secondo tomo (vol. 37) comprende i quaderni restanti, dal xv al xviii e dal xxi al xxiii, finora in gran parte inediti in italia. i quaderni sono per marx, prima di tutto, strumenti di lavoro, mezzi di organizzazione del pensiero, talvolta appunti grezzi, a volte parzialmente ordinati ed elaborati in attesa di una versione ulteriore destinata al pubblico. le leggi di movimento e le tendenze del capitale scoperte da marx sono il prodotto di una lunga e faticosa ricerca, avviata, prima del manoscritto del 1861-1863, nei "grundrisse" e poi sviluppata nei tre volumi del "capitale". ecco la miniera di scienza della politica per i rivoluzionari del 21esimo secolo: leggere marx non e` ritornare al passato ma attrezzarsi per il presente. ma per applicare marx, bisogna conoscerlo.

nei testi raccolti in questo libro, i temi cari a tullio de mauro: uso dei dialetti e dell`italiano, il latino e l`eredita` classica; la regola della chiarezza per quelli che devono trasferire ai cittadini conoscenze; la passione e l`impegno per la politica. e infine il ruolo essenziale della scuola.