



chi siamo e perche` siamo diventati quelli che siamo? come interagiscono le nostre funzioni cognitive, emotive e motivazionali? oggi sono le neuroscienze, e in particolare la neurobiologia, a offrirci le risposte piu` convincenti. raccogliendo i risultati di oltre vent`anni di ricerca, joseph ledoux ci guida in un viaggio alla scoperta del se`. non solo le nostre attivita` mentali sono il frutto di processi fisici che avvengono nel cervello, ma questi plasmano l`intera nostra esperienza, e viceversa. e infatti l`estrema plasticita` delle connessioni sinaptiche che per ledoux costituisce la base dell`apprendimento e della memoria, e permette di chiarire l`emergere di quel senso di continuita` necessario alla costituzione del se` e della personalita`.

con il titolo "la cenere e il niente. scritti per varlin" si viene quasi a presentareun trittico novecentesco, consequenziale di giovanni testori sull`arte del novecento, accanto ai due libri precedenti: "la cenere e il volto. scritti sulla pittura del novecento", "la cenere e la carne. scritti sulla scultura del novecento" (con prefazione di vittorio sgarbi). un viaggio psichico, tematico, espressivo nell`arte del novecento dove la scrittura e` accadimento vissuto, evento nella dialettica senza fine della luce e dell`ombra. luogo e non luogo di questi testi testoriani e` bondo (canton grigioni - svizzera) dove la pittura di varlin arriva a una "grande deflagrazione", ultima soglia, congedo. nella scena oggettuale, incorporea, giovanni testori ama richiamare la grande triade in figura: l`indicibile interiorizzazione di giacometti, la tragica immanenza di bacon, la sconfinata lingua del corpo di varlin.

1944: sono anni, ormai, che anais nin vive a new york, eppure la costante di estraneita` e disagio e` sempre viva in lei. rifiuta l`integrazione in un mondo unidimensionale e cristallizzato, lotta contro l`ottusita`, il grigiore delle persone che incontra, che non sanno cosa sia la gioia, la serenita`, la musica, che "sono o fatte d`acciaio e cemento o ridotte a cavallo da soma". l`unica via da seguire, l`unica risposta a un modo di vivere autentico, e` sempre la stessa: concentrazione sul rapporto di ogni di ogni singolo con i suoi singoli e con le cose. il mondo di anais nin esclude ogni forma di snobismo, ogni essere umano e` unico e irripetibile ed e` per questo che nel suo diario troviamo lo stesso interesse per sconosciuti e personaggi celebri.

questo libro nasce da una riflessione sulla presenza di agostino nel novecento o piu` in generale nel pensiero che possiamo ancora dire contemporaneo, perche` ancora orienta e nutre la ricerca viva, quotidiana di alcuni e forse molti di noi. agostino, che fondo` in definitiva l`"ordo studiorum" destinato a vivere per piu` di un millennio con la civilta` medievale, e` anche fenomenologo dell`"embarras de richesse", dell`avidita` del conoscere e del disordine mentale, dell`ansia di onniscienza e dell`angoscia da smarrimento, del bisogno di unita` e della sensibilita` a tutti i richiami del molteplice. i saggi raccolti si propongono di servire alla ricerca personale di ognuno.

un quadro esaustivo delle tematiche relative al processo di comunicazione, con particolare riferimento a quello veicolato dai mass media. basato sulle piu` recenti acquisizioni delle teorie sociologiche, il volume e` una guida alla conoscenza di tutto il sistema comunicativo, dalla natura sociale del linguaggio al rapporto tra comunicazione, testualita` e narrazione fino alle modalita` produttive dei media e agli effetti del loro grande impatto sulla societa`.

nel quadro dei ricevimenti organizzati dal loro esclusivissimo "club", alcune signore della migliore societa` americana hanno invitato il romanziere osric dane, quello, cioe`, che bisogna assolutamente aver letto. preziose e ridicole, queste signore circondano il romanziere con le loro attenzioni e con i loro commenti insipidi, tanto che lo scrittore non si perita di punzecchiarle. ma, in maniera del tutto inaspettata, ecco che una di esse rovescia la situazione e mette a mal partito il celebre romanziere domandandogli cosa pensa di xingu. chi e` dunque questo xingu che tutti sembrano conoscere?







impiegato in un`impresa per la produzione di ghiaccio, operaio in una fabbrica di pesce in scatola, tuttofare per uno studio professionale, sguattero in bar e ristoranti. la tormentata carriera dello scrittore john fante inizia cosi`, nei primi anni trenta, con l`arrivo in california, poco piu` che ventenne, e il sogno di diventare scrittore. le lettere che fante scrive ai genitori, alla moglie e, piu` avanti, agli amici scrittori e ai suoi editori, ripercorrono la sua intera esistenza e danno conto dell`enorme lavorio che sta dietro a pagine solo apparentemente fresche e spontanee. introduzione di francesco durante.






















al lavoro: schede, memorandum, presentazioni. a scuola: temi, tesine, relazioni. nel privato: post su facebook, email personali, chat sul cellulare. sara` anche l`epoca degli audiovisivi e della comunicazione in tempo reale, ma non abbiamo mai scritto tanto. e piu` dobbiamo scrivere, meno sembriamo capaci di farlo. ma, mette subito in chiaro claudio giunta all`inizio del libro,