
dove pote` mai fuggire la donna di nome wang, rea di adulterio, prima di venire assassinata dal marito? sicuramente lungo strade infestate da briganti, battute da nercanti di te`, monaci taoisti, cantastorie itineranti. e sopratttutto lontano dalla legislazione labirintica e spietata che, nella cina del seicento, stringeva la donna in una morsa. ripercorrendo vicende rimaste impigliate in opache complilazioni di storia locale o convenzionali trattati destinati alla formazione dei burocrati, e servendosi del contrappunto di uno dei maggiori scrittori del tempo, p`u sung-ling, spence resuscita una societa` devastata da cataclismi e carestie, in cui un sistema feudale fondato su un complesso apparato vessatorio deve far fronte a razzie e ribellioni.


"il telaio" e` il terzo e ultimo volume della trilogia di dib dedicata all`algeria prerivoluzionaria. omar ora ha tredici anni ed e` giunto per lui il momento di aiutare la famiglia nella dura lotta per la sopravvivenza lavorando. la madre lo accompagna percio` da un tessitore della citta` di tlemcen presso il quale svolgera` un apprendistato professionale e umano. i tessitori, che lavorano quattordici ore al giorno in cantine buie, umide e malsane, discutono all`infinito, sognano e imprecano, cercando di capire la causa di tanta fatica e di tanto dolore. sono uomini vinti, stanchi, fiaccati da fatica e fame, che finiscono per sfogare la propria frustrazione sul giovane omar, che diventa il loro zimbello. dai discorsi e dalle chiacchiere dei personaggi emergono le fisionomie dei diversi caratteri, mentre per omar si fa strada una lenta presa di coscienza della propria condizione, foriera di una nuova possibilita` di riscatto per il popolo algerino. fuori della cantina intanto poveracci e mendicanti riempiono le strade.
