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era stato il suo amico aviatore, quello che chiamavano il moro, a dirgli che l`importante e` trovare il palazzo. e quando il bambino victorio gli aveva chiesto: "moro, quale palazzo?", gli aveva rivelato che a ciascuno di noi, fin dalla nascita, e` stato destinato un palazzo, e che il nostro compito e` cercarlo. adesso victorio ha quarantotto anni, e il tugurio in cui vive sta per essere demolito. prima che cio` accada egli da` fuoco ai suoi pochi beni e, portandosi dietro solo un volume dei "me`moires" di saint-simon, la fotografia del moro che fa "ciao" dal suo aeroplano e un telo da spiaggia molto colorato, incomincia a vagabondare per le strade dell`avana.

mentre l`azione si dipana, mutandosi in un potente apologo, il vice - il commissario di polizia protagonista di questo romanzo - tiene sempre nella mente l`incisione di durer intitolata "il cavaliere, la morte e il diavolo", che lo ha accompagnato sulle pareti di tante stanze, nelle sue peregrinazioni da un ufficio all`altro, come se in quell`immagine si celasse il segreto di cio` che avviene intorno a lui. solo che il mondo, ormai, sembra poter fare a meno del diavolo. forse perche` "il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini, che sapevano fare meglio di lui".

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