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"grande affresco storico sul grande gioco, come lo chiamo` kipling, che impegno` inglesi e russi, per buona parte dell`ottocento, in afghanistan, in iran e nelle steppe dell`asia centrale. mentre il grande impero moscovita scivolava verso i mari caldi inghiottendo ogni giorno, mediamente, 150 chilometri quadrati, la gran bretagna cercava di estendere verso nord i suoi possedimenti indiani. vecchia storia? acqua passata? chi dara` un`occhiata alla carta geografica constatera` che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. in queste affascinanti "mille e una notte" della diplomazia imperialista il lettore trovera` l`antefatto di molti avvenimenti degli scorsi anni in afghanistan e in iran." (sergio romano)

opere di ingegneria umana, ammantate di miti e leggende, i fari sono parte della storia della navigazione. dai bagliori dei primi fuochi accesi sulle torri di avvistamento fino ai recenti dibattiti sul futuro della rete dei fari, in queste pagine c`e` tutto quello che e` utile sapere sulle sentinelle del mare: storie, statistiche, aneddoti, costruttori, innovazioni tecnologiche, tipologie, misteri e curiosita`. un racconto che segue attraverso i secoli i lampi di luce dei primi fani, delle lanterne e delle lampade e arriva fino ai giorni nostri in cui, incalzati dai moderni strumenti digitali per la navigazione, gli antichi guardiani sembrano destinati a scomparire o a trasformarsi in resort per turisti. eppure, sospesi fra terra e mare, i fari continuano a esercitare il loro fascino su naviganti e terricoli in ogni luogo del mondo. una rete di segnali che da saint-mathieu alla torre fortificata di bele`m, da cap fre`hel alla lacrima di fastnet rock, dal faro di trieste alla lanterna di genova continua a trasmettere la memoria del mare.

l`invasione russa della cecoslovacchia nel 1968 non ha solo conculcato i diritti umani, la democrazia, la giustizia: ha ridotto a "un foglio di carta in fiamme / dove scompare la poesia" - scriveva kundera nel 1980 citando l`amato nezval - una "grande cultura". una cultura unica, che la "capitale magica d`europa" ha forgiato lungo i secoli, e che ha conosciuto l`apogeo con kafka, hasek e janacek, artefici dei "tre pannelli del quadro dell`inferno futuro": "labirinto burocratico", "idiozia militare", "disperazione concentrazionaria". tracciare il ritratto di praga significava allora, per kundera, riportare alla luce un`atlantide inabissata, salvare una visione del mondo renitente a "identificarsi con la storia" e a "cogliere nei suoi spettacoli serieta` e senso". ma noi lettori non potremo fare a meno, oggi, di riconoscere in quel ritratto, attraversato da un fremito di commossa nostalgia, un autoritratto, che rivela, meglio di qualunque saggio critico, la genealogia segreta da cui scaturisce l`opera di kundera. dentro al suo laboratorio ci conduce anche ottantanove parole, un dizionario personale nato nel 1985 dall`esigenza, per lui che ancora scriveva in ceco ma pensava ormai a come ogni frase sarebbe suonata in francese, di chiarire al nuovo pubblico le "parole chiave", le "parole trabocchetto", le "parole d`amore" attorno alle quali erano costruiti i suoi romanzi - e tuttora essenziale per chi li ami e voglia conoscerli meglio.

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