il filosofo alessandro di licopoli, vissuto tra la fine del iii secolo e l`inizio del iv secolo dopo cristo, appartenne alla scuola neoplatonica di alessandria d`egitto. l`unica sua opera pervenutaci, il trattato "contro i manichei", costituisce il primo tentativo di critica sistematica al manicheismo, la grande religione tardoantica che proprio in quei secoli si stava diffondendo in tutto il vicino oriente, grazie a una intensa attivita` missionaria. venuto a contatto con i diretti discepoli di mani, alessandro ripercorre con lucidita` le vicende del mito manicheo, che abbraccia l`intera storia universale, annunciando ad ogni uomo il proprio messaggio di salvezza attraverso la conoscenza.
l`arte, la mitologia, la letteratura, il pensiero filosofico, l`organizzazione del lavoro e della societa`, la globalizzazione del mercato, l`urbanistica e l`architettura degli spazi, la vita nelle citta`, con tutti questi elementi, anche con quelli in apparenza piu` lontani e inaspettati, la siesta intrattiene un rapporto, complice la mediazione onnipresente del "tempo". e proprio sul tempo, un tempo che oggi tende sempre piu` a essere lineare, si concentra la trattazione ironica, colta e divertita di paquot. poiche`, a ben vedere, la siesta appare come un tempo autenticamente libero, un momento in cui si e` presenti a se stessi attraverso la propria momentanea assenza dal mondo.
opera complessa, insieme racconto di viaggio, allegoria storico-culturale sul rapporto uomo/natura, riflessione sui saperi contemporanei. "la montagna" puo` essere letta come il coronamento di un programma tenacemente perseguito, quello della `bella citta` universale`, in cui tutti gli esclusi trovano il loro diritto, anche gli animali, i semplici per eccellenza, i piu` innocenti, i piu` sventurati.
che cosa vuoi dire comprendere? che cosa vuol dire comprendere se`, che cosa vuoi dire comprendere l`altro? che cosa vuoi dire non comprendere e non essere compresi? la domanda viene discussa in questo libro alla luce dei dibattito tra l`ermeneutica di gadamer e la decostruzione di derrida. ma la tesi di una utopia del comprendere, che donatella di cesare sostiene, si delinea sullo sfondo della tradizione filosofica ebraica, in un dialogo serrato con paul celan, con la sua riflessione sulla poesia e sul linguaggio. la domanda diventa allora: che cosa vuoi dire comprendere dopo auschwitz? e a partire da qui che, attraverso un ripensamento filosofico e politico di concetti come promessa, futuro, avvenire, puo` essere attribuito un nuovo valore all`utopia.
ne "l`arte e la morte" il genio visionario di artaud si autorappresenta in una sorta di affresco gotico, un racconto per scene visto come la partitura di un dramma interiore, una sorta di rappresentazione tra il sacro e il profano che nel rapporto sessuale e nelle sue implicazioni riflette le movenze di uno psicodramma interiore.
come racconta la bibbia, la storia dell`uomo inizia con un delitto, con un fratricidio; lo stesso dicasi per la storia di roma; l`omicidio di un singolo cosi` come l`assassinio di massa rappresentano la piu` evidente manifestazione del male nel mondo, della sua dura, ma non evitabile realta`. nei secoli teologia, filosofia, storiografia hanno cercato di comprenderne l`origine e il senso, ma cosi` facendo, hanno cercato di giustificarlo, divenendo in tal modo complici del male stesso. di fronte al piu` noto genocidio che l`umanita` ha perpetrato, la shoah, l`autrice cerca di chiarire le radici del male, riconducendole a tre principii: scissione, comprensione, contagio; ma indica anche gli antidoti possibili nella politica, nella giustizia e nell`arte.
