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marc chagall (1887-1985) scrisse "la mia vita" in lingua russa tra il 1921 e il 1922, poco prima di lasciare definitivamente mosca dopo l`esperienza esaltante e dolorosa della rivoluzione, e nello stesso periodo compose i disegni che accompagnano il testo. l`opera, tradotta in francese dalla moglie, bella chagall, apparve a parigi nel 1931, presso la librairie stock con il titolo di "ma vie", e venne ristampata nel 1957 con lievi modifiche e integrazioni dell`artista.

"a pasqualino, perche` aveva sei anni e ogni mattina portava giu` l`immondizia, al pescatore monco, perche` ammansiva il mare, a santo strato, perche` proteggeva il palazzo e i malati": a loro ma`rai dedica il suo "romanzo napoletano", ambientato nella citta` dove visse dal `48 al `52, prima di partire per gli stati uniti. a formare il vasto coro, lacero e sgargiante, che commenta la vicenda intorno a cui e` costruito il libro sono gli uomini, le donne e i bambini della citta`, con la loro miseria, il loro lerciume, la loro fatica di vivere e il loro orgoglio ancestrale di aristocratici; e le interminabili chiacchiere, le liti che scoppiano furibonde, teatrali, ritualizzate, da una finestra all`altra, i lutti non meno teatrali e urlati, i santi arcigni e polverosi dentro le teche di vetro - con la loro umanita` piagata e ghignante. un intero popolo che, fra tutte le possibilita`, crede che "la piu` verosimile" sia il miracolo. un giorno, dalle parti di capo posillipo, vanno ad abitare due stranieri, un uomo e una donna (inglesi? polacchi?): displaced persons, cosi` li definiscono le autorita`, profughi. anche loro, almeno per un po`, crederanno che li` possa avvenire il miracolo. ma durante una violenta tromba d`aria si verifichera` un evento che avra` il senso di una delusione assoluta, di una sconfitta inappellabile, poiche` sancira` l`impossibilita` di credere che ci sia un futuro per chi, in quanto esule, ha perso la propria identita`.

nel 1916 un incidente aereo causa al poeta la perdita di un occhio e lo costringe per qualche tempo all`immobilita` e al buio totale. l`esperienza di questa oscurita` e l`attivita` introspettiva che essa favorisce sono la materia della prosa impressionistica del "notturno" (cominciato appunto nel 1916 e pubblicato nel 1921), una prosa senza vincoli narrativi, che costruisce la propria struttura formale nella ritmata e pulsante successione di annotazioni, sogni, visioni, libere associazioni mentali, impressioni sensuali. tutti i temi dannunziani si modulano e si armonizzano intorno alla nota fondamentale, notturna e fantastica, di questa scrittura musicale, che assorbe pause e gridi lirici, sospiri, eccitamenti, cupa fissita`: amore della volutta` di vivere.

Simone, leader dei Felice Brothers, è anche un produttore di successo. Di recente ha prodotto i Lumineers mentre, in passato, aveva lavorato con Bat For Lashes, Jade Bird, Matt Maeson. All The Bright Coins è un disco di ballate, acustiche, che differsce dal suono della band dei fratelli. Chitarre acustiche, pianoforte, canzoni che parlano delle cose di ogni giorno, di emozioni,vita, amori, anche di morte. Un disco pesronale, intrigante, che mostra un lato inatteso di Simone.

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