scrittore, giornalista, fotografo, avventuriero nel senso piu` nobile del termine, jack london, scomparso a soli quarant`anni, ha bruciato la sua vita in un vortice di viaggi e di mestieri che, un secolo dopo, fanno ancora sognare l`adolescente che e` in noi. romanzi capolavoro, articoli impegnati, racconti epici e migliaia di fotografie testimoniano la ricchezza delle sue esperienze di vita; ma e` la prima volta che il suo famoso viaggio nel pacifico a bordo della goletta "snark", viene illustrato con le immagini scattate dallo stesso autore. fotografie di un mondo allora sconosciuto, che jack london osserva con sguardo acuto e privo di condiscendenza, ma sempre animato dal gioioso desiderio di condividere con noi la sua avventura.
chi potrebbe aiutare louis de point du lac a ritrovare la sua amata e perduta claudia, se non una strega? la bellissima merrick discende dalle "gens de couleur libres", una potente casta legata al voodoo nella quale si congiunge il sangue degli africani e dei francesi di new orleans. sue antenate sono le grandi streghe mayfair, delle quali lei non sa nulla, pur avendone ereditato il potere e il sapere magico. ed e` david talbot, eroe, narratore, avventuriero e vampiro a narrare la fascinosa e inquietante storia di merrick, detta la strega di endor, che spazia dalla new orleans passata e presente alle giungle del guatemala, dalle rovine dei maya fino ad antiche civilta` ancora inesplorate.
l`opera, in due volumi, raccoglie scritti e interventi stesi da un critico militante lungo un ventennio. se l`impegno diretto e a caldo ha imposto un`ottica di partecipazione ravvicinata, non ha tuttavia impedito di cogliere e di seguire via via alcune grandi linee nel loro svolgimento. emerge cosi`, come ipotesi primaria, il carattere esistenziale-fenomenico della ricerca nella seconda meta` del novecento, come risulta da movimenti quali l`informale storico e, successivamente, il cosiddetto informale "freddo" (arte povera, land art, comportamento ecc.). un carattere che dapprima viene indagato con gli strumenti culturali tipici degli anni `50, tra cui in primo luogo la fenomenologia husserliana filtrata da merleau-ponty, mentre poi puo` essere posto in congiunzione con le teorie di mcluhan, che decretano la fine della galassia gutenberg e l`avvento dell`era elettronica. contro queste successive ondate di forme "aperte", secondo la formula di wolfflin, non mancano di disegnarsi le fasi di segno opposto volte a riaffermare le esigenze del "chiuso", dell`ordine e dei valori iconici (la pop e la op art, o in genere l`attenzione all`oggetto). quindi, questo aspetto di ritorno al "formato" e al definito si allarga in un`ipotesi generale di rivisitazione sistematica dei dati accumulati in tutte le eta` precedenti. questo primo volume riporta gli studi sui grandi protagonisti dell`informale e testimonia l`avvento delle ricerche oggettuali, dal new dada al nouveau re`alisme alla pop art.
"carovana dei versi. poesia in azione" e` la raccolta dei componimenti degli autori che danno vita all`omonima performance itinerante e corale. nata in nome dei diritti culturali degli esseri umani, da nove edizioni diffonde un segnale sobrio: solo la poesia, in punta di piedi, puo` scuotere la quotidianita` e parlare all`uomo. i "movimenti" raccolti presentano, in un momento sempre piu` sclerotico e sempre meno sobrio, un coro di voci che si intona itinerante per la giornata mondiale della poesia, promossa dall`unesco, "uno spazio libero per l`ospitalita` come pratica quotidiana". e un`azione che rivela il nostro "quotidiano", un coro di voci, riflesso nelle scritture e in chi le ha composte. una forma di mise en abyme, collocata "nell`infinito" o "nell`abisso" dell`ambito artistico-letterario-intellettuale. questo testo non e` finito, ma continua a riprodursi raccogliendogli interventi di tutti coloro che vengono "investiti", prima che "contagiati", nella propria attivita` quotidiana dall`essere se stessi nella vita, prima che nell`arte poetica.
"scrivevo poesie serie, tragiche" ha detto nel 1991 zbigniew herbert in un`intervista, paradossalmente deplorando l`abolizione della censura seguita alla caduta del muro. "adesso scrivo sul mio corpo, sulla malattia, sulla perdita del pudore". in questa nuova atmosfera lirica, infatti, il poeta i cui versi iosif brodskij aveva definito come "una nitida figura geometrica... incuneata a forza nella gelatina della mia materia cerebrale" (versi, aggiungeva, che il lettore si ritrova "marchiati a fuoco nella mente con la loro glaciale lucidita`") - ebbene, quello stesso poeta che era stato cosi` discreto, cosi` poco incline a parlare di se`, lascia spazio alle confessioni intime di un io che abita ormai "sull`orlo del nulla" e ci consegna una sorta di testamento spirituale. rimane, certo, il suo tono, quella "miscela di ironia, disperazione ed equilibrio" che gia` incantava brodskij; e rimangono i temi che sempre sono stati al centro della sua ricerca espressiva: la memoria come vicinanza al passato e alla tradizione, l`azione corrosiva del tempo, il viaggio come fonte di ispirazione: ma accanto a questi c`e` ora la stoica accettazione della sofferenza fisica e psicologica, accompagnata dalla gratitudine (cosi` si legge nelle esserne composizioni di breviario) per tutta "questa cianfrusaglia della vita" (e soprattutto, scrive, "per le pasticche di sonnifero dai melodiosi nomi di ninfe romane") - una vita che si lascia, tuttavia, con il "cuore pieno di rimpianto".
prima persona plurale del verbo essere: e` la voce verbale che attraversa tutta la nuova raccolta di mariangela gualtieri. una voce, per l`appunto, prima ancora che una forma. una voce che parla da non si sa dove e pronuncia l`essere e l`esserci come evidenza e nello stesso tempo come mistero. ne` punto di partenza ne` punto di arrivo, ma consapevole e accidentato percorso. gli approcci piu` che definitori sono tentativi di collocazione: , . ma soprattutto sono indicazioni di stati d`animo: , . di sicuro non siamo soli. un`altra presenza costante del libro (e non solo nella seconda sezione, ad essi dedicata) e` quella degli animali. fratelli, ma anche qualcosa di piu`: sorta di angelici anelli di congiunzione con quanto si cela dietro la parola e il verbo essere. e anche i cuccioli umani, ai quali e` dedicata un`altra sezione, sono creature speciali, piu` immediatamente partecipi di quei cicli naturali intorno ai quali ruota, come una preghiera, la scrittura della poetessa romagnola. ma senza essere troppo francescana, senza dimenticare che il male esiste e che quella umana e` una . d`altra parte, anche nelle poesie piu` introspettive le pulsioni sono del tutto contrastanti, in un`alternanza di estasi e smarrimento. il filo rosso del libro resta comunque quello del sentimento panico (ancora una volta , tutto, insieme) che attraversa le varie sezioni e tocca forse il suo vertice nel requiem finale.
il filo spinato del titolo e` quello che, trattenendo il nonno di rientro da un assalto durante la grande guerra, gli salvo` la vita. senza quel filo non ci sarebbero stati il padre del poeta, ne` la zia bianca, ne` lo zio dario, ne` il premio nobel di quest`ultimo. incontriamo poi in questo libro un ricco romano del iv secolo, di cui rimane pressoche` solo il nome: ma fu grazie a lui se il giovane agostino pote` studiare. senza di lui, niente confessioni. e poi, ancora, una borsetta di perline trovata fra le macerie della seconda guerra mondiale e conservata durante la prigionia per essere regalata a una futura nipote, che ora l`ha riposta cosi` gelosamente da non riuscire piu` a trovarla. la consolazione di un declivio fiorito lungo la strada che conduce a un lavoro logorante. una pagella del 1934, nella quale un 6 in matematica fa ancora recriminare dopo piu` di ottant`anni l`alunna che lo ricevette. un garage da sgomberare, in cui giace un tesoro di lettere di ripellino. l`avvento salvifico di vecchi libri sbrindellati nella cella di una prigione. le poesie di alessandro fo raccontano piccoli episodi come ripresi da vecchie foto, sempre con la speranza che qualcosa resti, dopo la fine di ogni storia. sempre con la certezza che tra lo scomparire e il riemergere ci sia un filo sottile, spinato o no, a cui tutti siamo appesi.
Brandisci l'arma, mio prode scudiero! Impugna la lente, ed errando tra le selvagge pagine contro i ribaldi copriti di gloria! Davanti a te si svolge un cavalleresco cerca-e-trova, una caccia al tesoro con oltre 200 cose da scovare.
storia di tre generazioni della potente famiglia catanese degli uzeda di francalanza, di antica origine spagnola, pronta a tutto pur di conservare la supremazia anche nella nuova, contraddittoria italia unita.