
non conosco bene le notti di napoli. le intuisco. so che il sonno e` lento e i sogni fecondi, conosco la superficie delle cose che si assentano per fare di napoli un ricordo ostinato, un`immagine all`ombra della vita insolente, dare un gusto amaro alla bocca dai denti anneriti dal tabacco, denti rotti, denti cariati, un`immagine di ruggine e splendore, luci al neon e squarci di cielo. napoli, viscere d`italia, ventre insolito del mondo, innalza lentamente i suoi vicoli fino al cielo passando per le periferie del sogno. una citta` e` una miriade di volti, corpi e ricordi. spesso, la memoria delle pietre tradisce il tempo e affida messaggi inquietanti a passanti che non sanno cosa farsene.






sebald si e` spesso presentato ai lettori nei panni del viandante saturnino, sulle tracce degli autori prediletti oppure intento a ricostruire le traiettorie di esistenze errabonde e sradicate, attraverso paesaggi sempre vividamente descritti, si tratti del suffolk o di una citta` italiana. in realta` e` stato soprattutto un viaggiatore nel tempo, perche` : e se la storia obbedisce a leggi imperscrutabili, resta quanto meno la possibilita` di cogliere, vagabondando in liberta` attraverso il passato, barbagli di una verita` che ci sarebbe altrimenti negata. accade quando sebald, in corsica, scopre il tenace rapporto - perturbante per noi che tendiamo a sbarazzarci della memoria come di una zavorra - che li` da sempre si intrattiene con i morti, e in particolare la sorprendente figura dell`acciatore, vero ponte fra la vita e l`aldila`. o quando la cronaca - fissata nei diari - del viaggio da praga a parigi compiuto da kafka nel 1911 insieme a max brod gli si rivela misteriosamente un riverbero dei suoi stessi ricordi, al punto che le varie tappe gli sono . o, ancora, quando grazie a nabokov, incarnazione del senso piu` vertiginoso dell`esilio, comprende che . laddove, come in queste pagine, l`impresa abbia successo, si attinge infatti .