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Autore: Maida Bruno
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tra il 1945 e il 1948 l`unione donne italiane e il partito comunista organizzano un trasferimento di massa di decine di migliaia di bambini provenienti da famiglie povere di diverse parti d`italia, prima da milano e torino, poi in gran parte dal mezzogiorno, portandoli in zone dove le condizioni di vita sono relativamente migliori. l`emilia-romagna e` l`area che ne accoglie il maggior numero, ma e` coinvolta buona parte delle regioni italiane. l`operazione e` pensata per consentire all`infanzia povera di affrontare i mesi invernali, i piu` difficili per le condizioni alimentari e climatiche. spesso pero` i bambini si fermano per periodi piu` lunghi, a volte tornano negli anni successivi e alcuni decidono di restare con le famiglie che li hanno accolti. questi treni, chiamati , sono il simbolo di una complessa operazione di assistenza all`infanzia nella quale, nei primi anni del dopoguerra, e` impegnato un gran numero di organizzazioni nazionali e internazionali, partiti, sindacati, enti pubblici e privati, laici e confessionali. e un crocevia nella storia di solidarismo dell`italia novecentesca ma e` al contempo il luogo in cui si intrecciano quattro significative questioni che segnano il secondo dopoguerra: la poverta` come categoria economico-sociale; le politiche di assistenza per l`infanzia; il protagonismo femminile in una difficile lotta tra passato e presente; e le modalita` con cui il partito comunista traduce nella societa` il suo progetto di partito nuovo e nazionale.

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