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dopo una fuga avvenuta molti anni prima, joey ritorna alla sua terra di origine, la fattoria, con la seconda moglie, una tipica donna di citta`, e vi ritrova la madre, da cui aveva cercato di liberarsi, e la sua stessa infanzia, che la vita metropolitana gli aveva fatto dimenticare. ma il ritorno, che voleva essere quasi nostalgico e commosso, si rivela subito essere uno scontro. le due donne, simboli di due modi di intendere la vita opposti ma entrambi caratteristici della societa` americana, si fronteggiano senza esitazione e, nonostante il fascino della memoria infantile e la mitologia familiare tenuta in vita dalla madre, la scelta di joey e` gia` stata compiuta, una volta per sempre: il ragazzo americano non puo` piu` tornare indietro.

al kat zet, la zona d`interesse, la vita scorre placidamente: madri che passeggiano con le figliolette, ricchi pasti serviti alla mensa ufficiali, tediosa burocrazia negli uffici, caldi incontri nelle alcove. tutto intorno un`altra vita, se questa e` vita, freme e spira, a centinaia, a migliaia, giu` per le fosse, su per i camini. ma qui, lungo il viale alberato della zona d`interesse, comprendente terreni, officine e centro residenziale delle ss, due amici d`infanzia, golo thomsen, ufficiale di collegamento fra l`industria bellica e il reich, e boris eltz, capitano valoroso e senza scrupoli, possono fantasticare sulle morbide forme della procace hannah doli, moglie dello spietato kommandant del campo, come in un qualunque caffe` del centro. il grottesco per parlare dell`orrore. amis affida quella dimensione a paul doli, che con i suoi tic, le sue ansie e le sue lascivie, incarna tutto l`assurdo del regime. della tragedia e` invece interprete szmul, capo dei sonderkommando, "gli uomini piu` tristi del lager". szmul il corvo del crematorio, szmul che traffica in cadaveri. e resta spazio, nel catalogo delle esperienze umane travolte dall`orrore, per l`investigazione dell`amore in tempo di strage, attraverso il racconto dei turbamenti passional-sentimentali dell`arianissimo golo, terza voce narrante del romanzo. ma puo` nascere qualcosa di buono sullo sfondo dei camini?

il capitano norton, in viaggio verso le terre del sultano, ha una sola certezza, la maesta` e la necessita` della marina britannica. se sa osservare con freddezza i due curiosi individui che lo accolgono a nasso, questa svanisce alla vista di una loro figliola, tanto bella quanto inconsapevole dei doni che racchiude. se la simpatia per la sostanza umana del suo personaggio traspare dall`uso della descrizione e del dialogo, la vera protagonista del racconto e` questa venere omerica "di quelle che guardano con occhio impassibile gli eroi che combattono e muoiono per la loro conquista, sino a che l`esito della lotta non le avra` consacrate al vincitore".

a distanza di cinquant`anni, sintetizzare con `generazione del `68` quel movimento di rivolta che ha avuto come teatro la scena del mondo puo` quantomeno apparire sbrigativo, per non dire semplicistico, stereotipato. lo scopo di questo libro e` quello di mostrare che il `68, lungi dall`essere il risultato dell`esperienza di una generazione omogenea, e` in realta` frutto della convergenza di soggetti diversi per cultura politica, esperienze, istanze di rivolta e modi della partecipazione. che il `68 sia plurale emerge immediatamente dalla scomposizione di quella generazione, soprattutto analizzandola per eta`: tre, quattro anni di differenza marcano, infatti, una distanza spesso conflittuale tra due culture generazionali. attraverso decine di storie di vita e lungo gli itinerari che dagli anni cinquanta portarono migliaia di ragazze e ragazzi al `68, francesca socrate intreccia la ricostruzione storica con l`analisi della loro memoria autobiografica e del linguaggio usato per raccontarla: si elabora cosi` il senso che i protagonisti del movimento attribuiscono oggi a quel loro passato.

concetto marchesi, classicista di fama internazionale, portava in se` le tracce dell`idealismo risorgimentale e, insieme, l`energia delle speranze del movimento popolare otto-novecentesco. luciano canfora, curatore del volume, ricollega il suo discorso "perche` sono comunista", tenuto a milano nel febbraio del 1956, la conferenza, "la persona umana nel comunismo", tenuta a roma il 16 aprile del 1945, e l`intervento all`viii congresso del pci del 1956. e con la sua introduzione completa il ritratto di un appassionato intellettuale e apre una finestra sulla comprensione dei tempi difficili sospesi tra la fine della guerra e gli anni della ricostruzione.

nel 1997, con il suo libro piu` intimamente autobiografico, maria corti racconta le vicende del , da lei fatto nascere tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta. nella sua doppia veste di narratrice e di studiosa, da un lato dispensa testimonianze e aneddoti su famosi scrittori, vedove votate alla gloria letteraria dei loro mariti, banchieri illuminati e tanti personaggi maggiori e minori, dall`altro descrive le carte cosi` miracolosamente raccolte nel fondo, ne racconta la storia, mostra il loro fascino filologico. ma soprattutto evoca le ombre degli autori che da quelle carte si manifestano e fanno aleggiare il fantasma della letteratura. prefazione di mauro bersani.

nonostante le sue opere siano considerate tra i caposaldi della letteratura novecentesca, questo volume - curato e tradotto integralmente da gabriele frasca - costituisce la prima edizione commentata delle opere di samuel beckett. con la sola eccezione delle poesie, sono qui raccolti i principali testi narrativi e quasi tutte le pie`ce teatrali, oltre agli scritti per la radio e televisione, testimoni della continua attenzione dell`autore verso le nuove istanze della modernita` e della sua inesausta sperimentazione. una scelta ragionata, dunque, che permette di riscoprire questo autore, per certi versi divenuto un`icona pop, sotto molteplici punti di vista, non ultima la questione del suo equiliguismo che connota la vicenda compositiva e la vita stessa di molti suoi scritti.

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