
le voci dei bambini sopravvissuti al genocidio armeno raccontano storie di una tragedia dimenticata, la prima di un secolo attraversato da una lunga scia di atrocita`. "il variopinto tessuto dei ricordi", scrive antonia arsian nella sua prefazione, e` quello di chi all`epoca era soltanto un bambino. i protagonisti della memoria ritrovata sono i fanciulli le cui straziate verita` riaffiorano nelle faticose, dolenti confessioni dei vecchi che - piu` di sessant`anni dopo - finalmente raccontano la storia della loro sopravvivenza, usando le parole spezzate e la terribile solitudine della loro infanzia martoriata". orrori e violenze si mescolano a sapori, luoghi, culture e tradizioni radicate da secoli e che l`irrompere della tragedia ha cancellato improvvisamente. il ricordo dei sopravvissuti, lucido e spietato, aiuta a ricostruire il volto di una civilta`, lontana e magica, perduta per sempre. le storie dei bambini scampati conducono per mano il lettore in un mondo dove il confine tra giusti e malvagi riserva qualche sorpresa: "se non vi fossero stati dei turchi buoni non sarebbe sopravvissuto nessun armeno". tema oggi essenziale per "riconoscere il bene come si cerca di riconoscere il male, riportando alla luce i giusti, coloro che non guardarono altrove, coloro che salvando almeno una vita, un documento, un`informazione contribuirono a impedire la totale distruzione della civilta` di questo popolo oppresso e dimenticato".




ci si dava appuntamento in un parco, ci si metteva sparsi, chi in piedi, chi sdraiato e chi in braccio a qualcun altro, dopodiche` s`iniziava.

alla oltraggiosa eta` di centotrentatre` anni, enrico ha polverizzato due record: e` l`uomo piu` vecchio del mondo, e proprio per questo il piu` odiato. gli altri nascono, vivono e muoiono, lui invece no, continua imperterrito a esistere. per il resto del genere umano e` un`ingiustizia, un sopruso, un problema da risolvere in fretta. tra programmi di protezione, attentati e complotti, nuove nipotine, amori tardivi e nude proprieta` che non finiscono mai, la lunghissima esistenza di enrico e` sempre piu` in bilico sull`orlo dell`abisso. ma lui, troppo vecchio anche per preoccuparsi, si siede in poltrona e fischietta, ci fa ridere e commuovere, rievoca le sue mille vite e respira a pieni polmoni tutto il tempo che gli rimane. enrico e` un maestro elementare in pensione, un uomo comune che ha avuto un`esistenza comune. e` vecchio da morire, ma ancora piuttosto arzillo: le sue analisi farebbero invidia a quelle di un cinquantenne. insomma, ci sarebbero tutti gli ingredienti per una vecchiaia infinita, pacifica, senza scossoni. perche` allora se ne sta asserragliato nel suo appartamento e non puo` nemmeno uscire a fare una passeggiata? il problema e` questo: enrico e` con tutta probabilita` l`uomo piu` detestato del pianeta. ogni giorno davanti a casa sua si organizzano picchetti e manifestazioni di protesta, con migliaia di persone che gridano il proprio risentimento nei suoi confronti. lui continua a respirare mentre gli altri continuano a morire, e questo e` un oltraggio imperdonabile. la sua diversita`, come spesso accade con le diversita` in generale, non viene tollerata. e cosi` il nuovo matusalemme trascorre le proprie giornate assistito dalla badante-vestale eunice, dalla geriatra-paleontologa maria e dall`ispettore gizzi, che si occupa della sua sicurezza. ma ormai anche le istituzioni sopportano a malapena la presenza di enrico, diventato suo malgrado un grattacapo di ordine pubblico. marco presta e` uno dei pochi scrittori "umoristi" del nostro tempo, capace d