
nel saggio la regola del gusto il punto di partenza e` la varieta` e variabilita` dei gusti. vi e` in essi un`apparente concordanza: le stesse parole, osserva hume, designano in tutte le lingue approvazione e pregi, oppure disapprovazione e difetti. ma questo accordo non va al di la` delle parole; anche nella critica, come nell`etica, queste concordanze universali non oltrepassano il significato tautologico delle espressioni nessuno puo` negare che il bene e` bene e il bello e` bello, ma la diversita` comincia quando si tratta di determinare quali cose siano buone e quali belle. tuttavia questa istanza scettica e` per hume solo un punto di partenza. essa sta a provare che il gusto e` soggettivo, e quindi non si possono trovare regole critiche universali; ma soprattutto che non esistono regole a priori, e che anche le regole del gusto, come tutte le altre, sono empiriche, a posteriori. con cio` e` posto il problema fondamentale dell`estetica di hume: trovare un fondamento alle regole del gusto, tale che renda compatibile la loro universalita` con la soggettivita` che abbiamo prima constatata. la ricerca di hume non e` metafisica. egli non mira a definire un`idea trascendente del bello. il suo problema e` quindi precisabile in questo senso: come si formano quei "campioni" quei "modelli" del giusto che stabiliscono la norma effettiva e positiva del giudizio del gusto?


Inciso nel 2001, ma mai pubblicato. Un disco che l'irlandese ha lasciato in un cassetto, con 10 canzoni, tra le quali Prince of Darkness, Meet Me in The Indian Summer, Hey Mr. DJ, The Beauty of the Days Gone By etc. Edizione limitata in vinile, 300 copie numerate, BLACK VINYL, 180 grammi.