come fa una giovane donna di appena trent?anni, qual era all?epoca irene nemirovsky, a scavare cosi profondamente nell?animo umano? si chiese bernard grasset, il suo primo editore, leggendo questi racconti. come fa a capire, e a descrivere in modo cosi empatico e al tempo stesso spietato, non solo le lusinghe e le illusioni della giovinezza, ma anche la nostalgia degli amori perduti, il rimpianto delle vite non vissute, l?acredine delle esistenze sbagliate, le ferite dell?ambizione frustrata, l?angoscia della solitudine, lo sgomento per i segni che lascia sul corpo il passare degli anni, la ferocia che si annida nel cuore degli uomini? le prove giovanili di nemirovsky continuano a riempirci di stupore non meno di quelle della maturita: le quattro "scenette", per cominciare, di sapore quasi lubitschiano, dove due aspiranti attricette di incantevole amoralita mettono in opera comici e insieme patetici tentativi di trovare un uomo molto ricco che le mantenga; i tre "film parlati" - in realta vere e proprie narrazioni, condotte con la mano sapiente di uno sceneggiatore navigato, in grado di dare indicazioni su inquadrature, stacchi, dissolvenze, montaggio; gli struggenti "una colazione in settembre" e "le rive felici" il truculento affresco finlandese dei "fumi del vino"... fino al sorprendente "i giardini di tauride", che appare qui in volume per la prima volta, e che, costellato di appunti in cui nemirovsky riflette sulla forma stessa del racconto, ci consente di gettare un?occhiata indiscreta nel suo laboratorio.