secondo plinio il vecchio, se la `vitalitas` dell`uomo risiede nelle ginocchia, la memoria risiede . relegare questa affermazione nello sgabuzzino delle curiosita` sarebbe un errore. infatti ha l`immediato potere di svelarci uno dei fattori determinanti nella formazione della cultura romana, la parola parlata. i romani cioe`, e molte altre testimonianze ce lo confermano, sono ancora consapevoli del fatto che i costumi, le norme, i rituali, il ricordo del passato si tramandano (e si ricostruiscono) per via aurale. come recita un proverbio ghanese . a roma non solo la produzione letteraria, ma anche il diritto, la pratica dello `ius`, viveva di , tanto che ai caratteri dell`alfabeto essa oppose spesso un`abile resistenza. e che dire del destino, concepito non come una di vita (`moira`), alla maniera dei greci, ma come una , `fatum`, pronunziata dall`una o l`altra divinita`? perfino la norma indiscutibile e suprema che regolava il giusto e l`ingiusto, il lecito e l`illecito, ossia il `fas`, traeva origine da questa sfera: `fas est`, celebre e solenne locuzione romana, altro non significava se non , proprio come molti secoli dopo si dira` . anche a roma, pero`, la parola e` soprattutto un evento sonoro. come rivela la meravigliosa tessitura di che avvolgeva gli enunciati della produzione poetica, religiosa e giuridica di roma arcaica: , cosi` le defini` il grande ferdinand de saussure, che fu tra i primi ad appassionarsene. |