. queste parole, pronunciate da un boss calabrese e intercettate dalla direzione distrettuale antimafia di milano, sono rappresentative della strategia che da almeno sessant`anni le mafie mettono in campo per infiltrarsi in maniera sempre piu` capillare nel tessuto socio-economico del nostro paese. oggi la criminalita` organizzata non ha piu` bisogno di sparare, ha acquisito la capacita` di muoversi sottotraccia, senza suscitare clamore o allarme, dilagando, apparentemente senza freni. in lombardia, emilia-romagna, veneto e piemonte, cosi` come in valle d`aosta, liguria e trentino, le mafie raramente sono giunte con le armi in pugno. si sono piuttosto presentate con il volto rassicurante di figure professionali in grado di offrire servizi e soluzioni a basso costo, a partire dallo smaltimento dei rifiuti fino a una sorta di welfare di prossimita`, piu` efficace rispetto a quello spesso carente dello stato. come ben evidenziano nicola gratteri e antonio nicaso, si tratta di un fenomeno che ormai non si puo` piu` ignorare nella sua incontestabile pervasivita`: i 46 di `ndrangheta finora scoperti al nord, i 5 consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose e le 169.870 imprese riconducibili a contesti di criminalita` organizzata dimostrano che nessuna zona d`italia puo` ritenersi impermeabile alla penetrazione dei clan. per troppo tempo si e` voluto credere alla , come se le mafie fossero un virus che infettava territori sani. tutt`altro. nelle nuove realta` in cui dettano legge, hanno goduto di una lunga e colpevole sottovalutazione da parte sia del mondo imprenditoriale sia di quello politico, che hanno troppo spesso aperto loro le porte finendo per giustificarne la condotta e diventarne consapevol
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