
il filo spinato del titolo e` quello che, trattenendo il nonno di rientro da un assalto durante la grande guerra, gli salvo` la vita. senza quel filo non ci sarebbero stati il padre del poeta, ne` la zia bianca, ne` lo zio dario, ne` il premio nobel di quest`ultimo. incontriamo poi in questo libro un ricco romano del iv secolo, di cui rimane pressoche` solo il nome: ma fu grazie a lui se il giovane agostino pote` studiare. senza di lui, niente confessioni. e poi, ancora, una borsetta di perline trovata fra le macerie della seconda guerra mondiale e conservata durante la prigionia per essere regalata a una futura nipote, che ora l`ha riposta cosi` gelosamente da non riuscire piu` a trovarla. la consolazione di un declivio fiorito lungo la strada che conduce a un lavoro logorante. una pagella del 1934, nella quale un 6 in matematica fa ancora recriminare dopo piu` di ottant`anni l`alunna che lo ricevette. un garage da sgomberare, in cui giace un tesoro di lettere di ripellino. l`avvento salvifico di vecchi libri sbrindellati nella cella di una prigione. le poesie di alessandro fo raccontano piccoli episodi come ripresi da vecchie foto, sempre con la speranza che qualcosa resti, dopo la fine di ogni storia. sempre con la certezza che tra lo scomparire e il riemergere ci sia un filo sottile, spinato o no, a cui tutti siamo appesi.