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"un cadavere viene trovato accanto a una fontana nella piazza del paese. nessuno l`ha visto da vivo, nessuno sa chi sia. l`indagine sembra senza speranza, anche perche` la gente di region e` abituata a parlare pochissimo e a compiere nel silenzio le proprie vendette. una carrellata di personaggi memorabili, una lingua affascinante, da far girare la testa. nel suo unico giallo juan benet mette in crisi i canoni del genere poliziesco esaltando nell`ambiguita` la forza della letteratura. juan benet, convinto che l`umanita` continui , in "l`aria di un crimine" affida alla voce del narratore il linguaggio del numinoso che esalta l`onnipotenza dei fenomeni naturali, ostili dalla notte dei tempi a ogni forma di civilta`. il fatto che region stia andando in rovina, anche (ma non solo) come conseguenza della guerra civile, conferma soltanto l`andamento ciclico della storia del mondo. il male ha radici piu` oscure e universali, come gia` temevano uno scienziato e un umanista che agli albori del xx secolo misero a soqquadro i fondamenti delle nostre conoscenze. in una lettera del 1932 albert einstein domanda a sigmund freud se ci sia un modo di liberare per sempre l`umanita` dalla sventura della guerra. piuttosto a disagio, nella sua risposta articolata freud conclude di non avere speranze che la pulsione di morte si allenti. con pari sgomento, juan benet e` in allerta fin da giovane, ma non per questo capitola. ne e` prova la sua scrittura nata da un desiderio che non si acquieta, da una mancanza che di racconto in racconto rilancia il dilemma, scava, attende." (dalla prefazione di elide pittarello)