sultan farahangi, famoso cineasta iraniano rifugiato in una fattoria della campagna olandese, si immerge nei ricordi per riannodare i fili della sua avventurosa esistenza e raccontarla in una catena di storie seguendo le orme di sherazade. un viaggio nella memoria che come d`incanto ci trasporta nell`antica citta` di arak, divisa fra tradizioni secolari e la forzata modernizzazione a stelle e strisce con cui lo scia`, nel secondo dopoguerra, importa la gomma da masticare e il seducente mondo del cinema. figlio di una nobile famiglia di commercianti di zafferano e cresciuto in un castello fiabesco, tra gli spiriti tutelari del nonno, le lotte femministe della cugina akram jun e l`amicizia del feroce bandito hushang braccio mozzo, sultan comincia a osservare il mondo fuori con il cannocchiale dell`alta torre dove ama rifugiarsi. scopre cosi` quella vocazione che lo condurra` alla scuola di cinema di teheran e poi a intrecciare il suo destino con quello della regina farah diba e dell`ayatollah khomeini, a interrogarsi sulla liberta` dell`arte e sull`etica del sacrificio per una causa, a subire il carcere politico e a trovare la via di fuga per la vita in europa. fondendo realta`, mito e fiaba orientale con raffinatissima grazia poetica, kader abdolah rievoca l`antica persia e i mutamenti che l`hanno travolta in un romanzo di formazione che e` in realta` un viaggio interiore alla ricerca di se`, delle proprie radici di uomo e di artista. il percorso pieno di nostalgia di un migrante d`eccezione per mappare i sentieri che la vita gli ha offerto e ricomporre attraverso la letteratura il disegno di un`esistenza destinata a farsi ponte tra due mondi.