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ci sono libri che sembrano sottrarsi a ogni giudizio o classificazione, perche` parlano da un luogo cosi` distante che e` difficile anche solo individuarne la fisionomia. sono porte che si aprono su altri mondi - mondi nei quali, senza di loro, ci sarebbe impossibile entrare. libri come questo, di john m. hull: una delle piu` precise e asciutte testimonianze su che cosa significhi quel particolare stato della vita e della coscienza che chiamiamo cecita`, scritta in forma di diario da un uomo che non e` nato cieco, ma lo e` diventato a quarant`anni. hull pero` non si limita a raccontare la sua lenta discesa verso la cecita`: parte proprio da questa, per arrivare alla sobria descrizione di qualcos`altro, quello che lui chiama