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abbiamo diviso in modo netto carnefici e vittime, l`occidente e il caos; abbiamo tranquillizzato la nostra coscienza con racconti semplicistici. abbiamo tracciato un confine tra umano e disumano. cosi` l`isis era un mostro sconosciuto che andava annientato, e le terre su cui ha allignato solo delle terre guaste da lasciare al loro destino segnato. eppure, se avviciniamo lo sguardo scopriamo quanto di irresistibilmente umano e` restato dove abbiamo pensato non ci fosse bisogno di guardare piu` nulla. non c`e` un solo ritratto in "porti ciascuno la sua colpa" che non si incida nella nostra mente: le donne vedove di miliziani pronte a essere madri di altri martiri, i bambini dei carnefici dell`isis accanto ai bambini delle vittime dell`isis nello stesso campo profughi, i giovanissimi orfani del califfato che speravano di immolarsi in un attentato e adesso senza una gamba guardano fisso il vuoto, gli adolescenti terroristi che sembrano dei ragazzi di una qualunque periferia del pianeta.