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quando l`europa inizio` la sua esplorazione del vicino oriente, le notizie riguardanti quest`area erano sommarie e spesso facevano riferimento a un passato leggendario e mitico. in particolare, due miti ne avevano simboleggiato il paesaggio: la `torre di babele` come metafora per la citta` e il `giardino dell`eden` come metafora per la campagna. entrambi erano caratterizzati da un elemento di crisi e di collasso: la torre di babele era rimasta incompiuta e abbandonata, il giardino dell`eden era stato chiuso all`uomo, costretto a migrare verso ambienti meno ospitali. invece di citta`, i primi viaggiatori nel vicino oriente trovarono rovine, e invece di giardini trovarono il deserto. col progredire dell`indagine storica e archeologica, le informazioni sulle antiche citta` (da ninive a babilonia) crebbero, mentre le informazioni sulle campagne rimasero scarse e quasi nulle. la storia orientale antica divenne una questione di re e dinastie, di citta` e palazzi, di scribi e artigiani e mercanti. si sapeva che la stragrande maggioranza della popolazione antica era costituita da contadini e pastori, ma la ricostruzione della loro vita e del loro ambiente venne a lungo esclusa dal quadro. oggi le condizioni sono cambiate. possiamo provare, per la prima volta, a dare un volto al `giardino dell`eden`, a quel paesaggio in cui e` germinata alcuni millenni fa la nostra civilta`.