
Dopo avere annunciato il suo ritiro dalle scene, Paul Simon pubblica il suo quattordicesimo disco di studio In the Blue Light però non contiene canzoni nuove, bensì dei ripensamenti, a livello di suono e di arrangiamenti, di canzoni già registrate ma non molto note. Non abbiamo quindi i classici, ma una serie di brani abbastanza oscuri, anche secondari, riletti in modo personale, tra jazz e musica da camera, con largo spazio ad una strumentazione ricca che non fa altro che migliorare le canzoni stesse, renderle più ariose, anche più personali. E se buona parte del merito è di Paul Simon e del suo collaboratore di sempre Roy Halee, non si può disconoscere che la bellezza del disco deriva anche dai suoni, da Wynton Marsalis, Bill Frisell, Jack DeJohnette, Rob Moose, J. Camerieri, Bryce Dessner ( The National), Steve Gadd, John Patitucci e Joe Lovano. Per nominare i più noti.