a forza di difendere a oltranza tutti i si` istituzionali, siamo arrivati al paradosso di uno stato democratico terrorizzato dal senso democratico dei suoi cittadini. ogni no che si leva da nuclei sempre piu` estesi di societa`, dal no salvabanche, ai no tax, no euro, no tav, no vax, fino al no all`immigrazione incontrollata, viene tacciato di arretratezza, chiusura, ignoranza, antipolitica. l`assunto e` che dalla parte dei si` ci sia un consesso di menti illuminate, onniscenti e disinteressate, e dall`altra una massa indistinta di trogloditi selvaggi, opportunisti e antiscientifici. gianluigi paragone rende conto dell`importanza del pensiero "altro" e testimonia il valore della ribellione. racconta di un`italia ribelle fatta di milioni di cittadini che scelgono di organizzarsi e alzare la voce per difendere ed esigere diritti semplicissimi: la casa, la salute, il lavoro, la tutela dei risparmi di una vita, la sicurezza. molto spesso sono preparati, informati, aperti al cambiamento ma non a qualunque costo. altro che antipolitica: le loro istanze rappresentano la sostanza stessa della politica. il fatto e` che la politica con cui si trovano a fare i conti e` debole, debolissima anche di pensiero, cosi` generalmente sorda, cosi burocratica e poco partecipata che le tesi dei si`, anche quando sono solide, faticano a ottenere condivisione e creano in ogni caso sospetti. senza contare che la casta, che deve prendere decisioni rispetto alle questioni piu` delicate del paese, ostenta una profonda ignoranza, come hanno rivelato illuminanti inchieste tv, da la gabbia a le lene. a volte il popolo del no ha avuto il torto di avere ragione troppo presto. per questo non ha piu` intenzione di aspettare che sia il tempo a fare giustizia. vuole contare adesso.