in questo volume adorno raccolse i migliori saggi di quella che fu la sua stagione piu` felice: gli anni della seconda guerra mondiale e dell`immediato dopoguerra. al centro sta il discorso sulla , e l`indagine sulla validita` di questo discorso, di cui adorno accetta i fermenti negativi e rifiuta le soluzioni nostalgiche o disfattiste. il saggio iniziale sulla critica della cultura, quelli finissimi su spengler, veblen, huxley e la stroncatura della sociologia del sapere di mannheim si leggono come critiche definitive di quei prototipi del pensiero conservatore di cui la cosiddetta cultura di destra ripeteva stancamente i motivi. ma questa tematica di fondo si rifrange nei lumeggiando, oltre alla sociologia, anche gli altri campi in cui adorno era maestro: filosofia, musica, letteratura. e anzi qui che emergono le figure a lui piu` care: quelle di coloro - schonberg, benjamin, kafka - che seppero fissare il volto della medusa senza abdicare alla ragione, e misurare fino in fondo l`abisso per affermare l`esigenza dell`utopia.
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