la voce al telefono e` quella di livio jarussi, il bambino scomparso da due anni. il corpo ritrovato in una discarica alla periferia di foggia, malamente sepolto tra i rifiuti, anche. chi parla, allora, chi dice di essere quel bambino morto? chi puo` essere tanto malvagio da fingersi lui? chi, se non il suo mostro? quando la polizia arriva alla discarica e fruga nel luogo indicato dalla voce al telefono, trova una scena sconcertante. il mostro ha allestito un terribile quadro rituale piantando sulla misera sepoltura, come un lugubre ornamento, una croce di legno e ferro. cio` che rimane di livio, ormai mangiato dalla terra che l`ha nascosto per due anni, e` quasi solo un brandello della felpa che indossava al momento della scomparsa, dove campeggia la scritta zio teddy. una macabra firma. per renzo bruni, alto funzionario del servizio centrale operativo, il mitico sco, l`unita` investigativa della polizia di stato, questo ritrovamento significa tornare a occuparsi del caso che piu` di ogni altro l`ha tormentato, come poliziotto e come uomo. per zio teddy invece e` semplicemente la ripresa di una partita a due, giocata con gli strumenti del male. ma in questa storia ad alta tensione emotiva, scritta da un maestro italiano del thriller, cio` che a prima vista sembra vero non e` detto che lo sia fino in fondo. in questa storia le cose che accadono hanno sempre un lato sinistro. la partita iniziata tra i due avversari, infatti, si apre presto a un terzo giocatore, il piu` feroce, il piu` sfuggente. anche lui, come bruni, ma per ragioni diverse e inaspettate, vuole che il mostro di livio e di altri innocenti torni nell`inferno brulicante di formiche che l`ha generato.